Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 13 febbraio 2008

Il segno di Giona.

Nel brano del Vangelo di oggi il contrasto che suscita Gesù nella sua missione terrena comincia a rendersi sempre più evidente. I miracoli che compie sembrano dimostrano che Egli è veramente il Messia atteso. L'entusiasmo che suscita con la sua popolarità è grande. È ormai conosciuto in tutta la Palestina. Molti lo vogliono eleggere re; ma egli sfugge da quel ruolo di liberatore al quale sembrava essere predestinato. Alcuni, anche tra quelli che subito avevano seguito Gesù, cominciano a farsi delle domande sulla reale figura di questo Messia. Gesù però, in questo momento così determinante, non cede alle lusinghe e rimane coerente al suo messaggio. L'incomprensione che comincia a serpeggiare non è voluta da Gesù e deriva dall'incapacità di fondo di accettare il suo mandato, dall'essere legati troppo fortemente alle aspettative puramente terrene. Possiamo chiederci allora come viviamo la nostra esperienza di cristiani. Siamo invitati a riconoscere la presenza di Cristo nella nostra vita e nell'avere la fiducia che solo in Lui possiamo riporre le nostre speranze. Siamo pronti allora a riconoscere i segni della presenza di Cristo i mezzo a noi perché siano da guida nella nostra vita; soprattutto nell'eucaristia troviamo la fonte vera di amore che alimenta la nostra vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Gli anziani dicevano: "Ad ogni pensiero che ti assale chiedi: "Sei dei nostri o vieni dall'Avversario?". Te lo dirà certamente!"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Quanto poi alla volontà propria, dalla Scrittura ci viene proibito di compierla quando dice: «Non seguire le tue voglie» (Sir 18,30); e similmente nel Padre Nostro preghiamo Dio che si faccia in noi la sua volontà. A ragione dunque ci viene insegnato di non compiere la nostra volontà, se evitiamo l'inganno di cui parla la Scrittura santa quando dice: «Ci sono delle vie che all'uomo sembrano diritte, ma che invece sboccano nel profondo dell'inferno» (Pr 16,25); e similmente ci guardiamo da ciò che si dice dei negligenti: «Sono corrotti e sono diventati abominevoli nelle loro voglie» (Sal 13,1 Volg.). Quanto infine ai desideri della carne, crediamo ugualmente che Dio ci è sempre presente, secondo ciò che dice il profeta: «Signore, davanti a te è ogni mio desiderio» (Sal 37,10). Guardiamoci dunque dai cattivi desideri, perché la morte è posta sulla soglia del piacere; perciò la Scrittura raccomanda: «Non andar dietro alle tue concupiscenze» (Sir 28,30).


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