Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 16 gennaio 2008

Tutta la città davanti alla porta di casa.

In questo breve brano di vangelo, San Marco - nel suo stile tanto semplice quanto efficace - riesce a racchiudere con una intensità particolare un momento significativo della missione terrena di Cristo. Sembra che sia volontaria una contrapposizione tra l'atteggiamento del popolo, di tutti quelli che cercano Gesù, e dello stesso Gesù. Da un lato vi è quasi una frenesia, un voler portare tutto e tutti davanti a Gesù. Dall'altro la calma e la tranquillità con la quale Gesù risponde in modo preciso a tutte le sollecitazioni, senza farsi travolgere dall'atmosfera concitata, e dando risposta a tutti; dalle situazioni apparentemente più "semplici", come la febbre, ai casi più disperati di indemoniati. Tutti vogliono avvicinarsi a Gesù, tutti gli vogliono parlare – per sé o per altri. È bello sorprendersi per questa sollecitudine divina. Chi sta a letto, per un qualcosa che potrebbe essere ritenuto banale, trova comunque chi diventi suo portavoce davanti a Gesù. È un particolare da non trascurare questo che riguarda la suocera di Pietro; a Gesù venivano presentati casi certamente più gravi; Egli risponde con uguale attenzione e sollecitudine. In quella confusione, in quel spingi-spingi, Gesù trova quasi un momento di sospensione nell'avvicinarsi alla malata. San Marco, riprendendo Gesù nella sua fermezza e gentilezza, quasi fa un fermo-immagine in quel momento di confusione. L'incontro con Dio, con Gesù supera certamente le nostre idee di spazio e tempo. È un momento nel quale entra tutto il mondo, così come nell'Ostia Consacrata vi è un Mistero più grande di tutti i mondi.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse abbà Longino: «Da' il sangue e ricevi lo Spirito»


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Quando dunque uno assume il titolo di abate, deve guidare i suoi discepoli con un duplice insegnamento: cioè, tutto quello che è buono e santo mostrarlo più con i fatti che con le parole; in modo da proporre con le parole i comandamenti del Signore ai discepoli più maturi, invece ai duri di cuore e ai più rozzi mostrare con il suo esempio i precetti divini. Quanto poi avrà indicato ai suoi discepoli come contrario alla legge di Dio, dimostri con la sua condotta che bisogna evitarlo, perché non gli accada che, mentre predica agli altri, non sia trovato riprovevole proprio lui (cf. 1 Cor 9,27), e che un giorno Dio non debba dirgli a causa dei suoi peccati: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che detesti la disciplina e le mie parole te le getti alle spalle?» (Sal 49,16-17); e ancora: «Tu osservavi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, ma non ti sei accorto della trave che era nel tuo» (Mt 7,3).


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