Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 19 ottobre 2007

Non temete, voi valete più di molti passeri...

Tante volte Gesù è attorniato da molte persone. L'evangelista Luca ci riferisce dell'enorme folla che Lo segue; questa folla è tanto grande che le persone si calpestano per la ressa che circonda lo stesso Gesù. Il desiderio di stare vicino a questo maestro e di sentire il suo insegnamento è così forte da far aumentare sempre di più le persone che Gli vogliono stare vicino. Possiamo ben immaginare persone provenienti da diverse parti della Palestina e probabilmente anche da fuori. Gesù trova l'occasione per dare una parola di conforto e di ammonimento a tutta questa gente. Un ammonimento che si riflette in una vigilanza bene precisa: dal lievito dei farisei. L'immagine del lievito è stata usata da Gesù anche come segno della fecondità della sua Parola; fecondità che rigenera e dà volume e forma ad un impasto secco. Ora Egli sta parlando di una ben diversa fecondità che nasce da un cuore ipocrita. Gesù è il vero maestro perché in Lui riconosciamo il Vero Bene; è il Buon pastore che dona la vita per le sue pecore, perché la vita di ognuna di esse è importante e non deve essere perduta. Il buon pastore si mette alla ricerca di una sola di queste pecore. Gesù esprime nel vangelo di oggi un concetto analogo, mettendo al primo posto il valore autentico della vita. Egli intende parlare di una vita autentica e da qui nasce l'altra esortazione di oggi. L'invito è di aprire il nostro orizzonte, oltre alla pura materialità nel riconoscere il valore vero di ricoscerci veri Figli di Dio.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse un anziano: «L'umiltà non è uno dei piatti del festino, ma il condimento che insaporisce tutti i piatti».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CHE NESSUNO PARLI DOPO COMPIETA

In ogni momento i monaci devono coltivare il silenzio, ma soprattutto nelle ore notturne. Perciò in tutti i tempi, sia nei giorni di digiuno che nei giorni del doppio pasto, ci si regoli così: se è un giorno in cui c'è il pranzo, i fratelli, appena alzatisi da cena, si riuniscano tutti insieme e uno legga le Collazioni o le Vite dei Padri o altro testo che edifichi chi ascolta; ma non i primi sette libri della Bibbia o i libri dei Re, perché alle menti deboli non sarebbe utile udire a tale ora queste parti della Scrittura, le quali tuttavia si devono leggere in altri momenti. Se invece è giorno di digiuno, dopo la celebrazione dei Vespri, fatto un breve intervallo, si riuniscano subito per la lettura delle Collazioni, come abbiamo detto sopra; se ne leggano quattro o cinque fogli o quanto l'ora permette, per dare modo a tutti, durante il tempo della lettura, di radunarsi insieme, anche quelli occupati in qualche ufficio loro assegnato.


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