preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Ancora una volta il comportamento di Gesù fa scandalo. I suoi discepoli non si comportano come i discepoli di Giovanni Battista e i discepoli dei farisei e non vivono le loro stesse mortificazioni. Gesù risponde a questo che sembra essere un rimprovero diretto non tanto a suoi discepoli ma allo stesso Gesù, nel quale non si riconosce una vera guida illuminata. La risposta di Gesù allora si pone proprio sul piano della comprensione della sua persona. L'incomprensione sul comportamento dei discepoli, in realtà nasconde l'incomprensione sulla figura di Gesù. Egli usa l'immagine dello sposo per indicare l'attesa per la seconda venuta sua venuta, quando nella gloria egli ricapitolerà in sé tutto l'universo. L'immagine del vestito nuovo e del vino nuovo sono simboli della venuta di Cristo, che offre in abbondanza i suoi doni nella novità dell'annuncio del suo Regno. Gesù parla anche di uno sposo "strappato" ai suoi discepoli per annunziare il suo mistero pasquale di Morte e Risurrezione. In queste immagini, Gesù parla di se stesso e della sua missione e richiama anche le esigenze del nuovo discepolato da Lui stesso inaugurato. Il vino nuovo ha bisogno di nuovi otri indica la necessità, per noi di una vera conversione del cuore perché possiamo godere fruttuosamente degli abbondanti e prelibati doni messianici. Non possiamo accontentarci di una vita spesa nell'indifferenza e riducendo al minimo indispensabile il nostro incontro con il Signore, tanto per poterci chiamare dei bravi cristiani! L'amore dello Sposo per la sposa è così totalizzante che richiede una risposta d'amore completa. È uno Sposo di misericordia ma anche esigente, che chiede la fedeltà assoluta. È questa l'esortazione per noi: scoprire questo amore infinito dello Sposo che chiede la nostra corrispondenza nella sincerità del cuore.
«Un fratello disse al padre Antonio: "Prega per me!". L'anziano gli dice: "Non posso avere io pietà di te, e neppure Dio, se non sei tu stesso a impegnarti nel pregare Dio"».
COME CELEBRARE L'UFFICIO DIVINO DURANTE IL GIORNO Come dice il profeta: «Sette volte al giorno io ti lodo» (Sal 118,164). Questo numero di sette sarà da noi raggiunto se compiremo i doveri del nostro servizio alle Lodi mattutine, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, ai Vespri e a Compieta, perché appunto di queste Ore diurne il profeta ha detto: «Sette volte al giorno io ti lodo». Infatti riguardo alle Vigilie notturne lo stesso profeta dice: «Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode» (Sal 118,62). In queste Ore dunque eleviamo lodi al nostro Creatore per le sentenze della sua giustizia (Sal 118,62 e 164), cioè alle Lodi mattutine, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, ai Vespri e a Compieta; e di notte alziamoci a rendergli grazie.
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