Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 08 maggio 2007

Vi lascio la pace... non abbiate timore.

Il Signore nel dare il mandato missionario ai suoi, aveva predetto senza mezzi termini, difficoltà e persecuzioni: gli Apostoli sono i primi testimoni a sperimentare nella realtà ostacoli e astio da parte di alcuni giudei, ma gli intralci non fanno altro che accelerare la diffusione del Vangelo. Sono proprio i perseguitati a vedere accresciuto il proprio zelo e ad estendere ai pagani la missione evangelizzatrice. E' la misteriosa forza dello Spirito che fa superare ogni ostacolo, è la consapevolezza di vedersi assimilati a Cristo, anche nella sofferenza, che sprona gli Apostoli ad un dinamismo irrefrenabile e a renderli pieni di gioia e di gratitudine per i prodigi che lo stesso Signore opera per mezzo loro. Gesù nel Vangelo, nel dare il suo commiato, vuole ancora una volta fare dono agli Apostoli della sua pace e rassicurarli dinanzi agli inevitabili turbamenti e alle umane paure: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace"... Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore". Neanche la sua partenza deve essere motivo di abbattimento perché Egli dirà ancora: "Sarò con voi sempre".


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un giorno a Sceta si scoprì che un confratello aveva peccato; gli anziani si riunirono e mandarono a chiamare l'Abba Mosè, dicendogli di venire; ma quello non volle andare. Allora il presbitero lo mandò a chiamare dicendo: Vieni, poiché la comunità dei confratelli ti attende. E quello, levatosi, andò. Tuttavia portando con sé una cesta vecchissima, la riempì di sabbia e se la trascinò dietro. Quelli gli andarono incontro dicendo: Che significa, o Padre? E il vecchio rispose loro: I miei peccati scorrono a profusione alle mie spalle e io oggi sono venuto a giudicare i peccati altrui? Allora essi, sentendolo, non dissero nulla al confratello, e anzi lo perdonarono.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI CHE SI TROVANO MOLTO LONTANO DALL'ORATORIO

I fratelli che lavorano molto lontano dall'oratorio e non possono accorrervi all'ora stabilita, e l'abate sa che è veramente così - celebrino l'Opus Dei nel luogo stesso dove lavorano, inginocchiandosi con santo timor di Dio. Così pure i fratelli che sono in viaggio non lascino passare le ore stabilite per l'Ufficio divino, ma lo dicano da soli come meglio possono e non trascurino di rendere a Dio il debito del loro servizio.


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