Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 25 marzo 2007

Grandi cose ha fatto il Signore per noi...

Il profeta propone un messaggio di conforto, che parte dal ricordo del passaggio attraverso il Mar Rosso. A Dio tutto è possibile; anzi egli realizzerà cose nuove nella storia di Israele. "Ecco, faccio una cosa nuova". Tutto il creato sarà sconvolto dall'intervento di Dio; dal deserto uscirà l'acqua. Dall'incontro con Cristo emerge una situazione nuova; l'acqua del battesimo è strumento di vita e di salvezza, alla quale non possiamo abituarci. Paolo ribadisce la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, la necessità della partecipazione alle sue sofferenze per raggiungere il premio: "Mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo". Tale è la vocazione di ogni battezzato, impegnarsi per ottenere una conoscenza vitale del Signore, intensificare una sintonia spirituale con i valori caratterizzanti della salvezza in Cristo. Il vangelo trasmette un vivace scontro tra Gesù e un gruppo di scribi e farisei, a proposito della sentenza da pronunziare, secondo le prescrizioni giuridiche, contro una donna sorpresa in adulterio. La soluzione proposta dal Signore è categorica: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". E in conclusione, rivolgendosi alla donna: "Nessuno ti ha condannata?". E Gesù, alla sua risposta negativa, aggiunge: "Neanch'io ti condanno; va e d'ora in poi non peccare più". Lo zelo iroso e giustizialista, il legalismo esasperato e il formalismo giuridico soffocano la serenità di giudizio e il dinamismo spirituale, cercando spesso capri espiatori per evitarci di aprire gli occhi sulla nostra realtà personale e comunitaria. Lo sforzo ascetico e spirituale della Quaresima risveglia la coscienza, che accoglie il Signore, buon pastore che conduce alla vita eterna.


La festa dell'Annunciazione del Signore viene trasferita al giorno di domani, 26.03.2007.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano diceva: «Sopporta obbrobrio e afflizione per il nome di Gesù con umiltà e cuore contrito. E mostra davanti a lui la tua debolezza ed egli diverrà la tua forza».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME L'ABATE DEVE ESSERE PREMUROSO VERSO GLI SCOMUNICATI

L'abate abbia cura con la massima sollecitudine dei fratelli che hanno mancato, perché non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati (Mt 9,12). E perciò deve, come un medico esperto, usare tutti i rimedi: mandargli in segreto delle «sempecte», cioè dei saggi monaci anziani, i quali quasi di nascosto facciano coraggio al fratello in preda all'agitazione e lo inducano alla soddisfazione e lo confortino perché egli non soccomba sotto un'eccessiva tristezza (2 Cor 2,7), ma, come dice ancora l'apostolo, si dia prova a suo riguardo di maggiore carità (2 Cor 2,8) e tutti preghino per lui.


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