preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Nel brano del secondo libro dei re, si narra una guarigione dalla lebbra, operata dal profeta Eliseo con alcune immersioni nel fiume Giordano: la lebbra, nella mentalità semitica, significava separazione, impurità, castigo divino. Il beneficiario dell'evento straordinario è Naaman, capo dell'esercito arameo e quindi pagano; accetta (con qualche iniziale titubanza presuntuosa) l'invito di Eliseo ad immergersi nell'acqua del fiume. La guarigione realizza un atto di fede totale: "Ebbene, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele". La tradizione esegetica e teologica ha interpretato quel fatto in una prospettiva battesimale: l'immersione nelle acque, l'ascolto della parola profetica, la salvezza ottenuta da un pagano (e quindi non riservata ai seguaci della fede mosaica). La riflessione quaresimale orienta verso l'impegno battesimale, che sarà uno degli elementi centrali della Veglia pasquale. Nel Vangelo, nel testo di Luca, Gesù, nella sinagoga di Nazaret, ricorda quel fatto, ricorda la guarigione del lebbroso Naaman, e altri precedenti episodi miracolosi; in questo modo, egli intende provocare la fede nella sua missione, ma la reazione generale è un rifiuto: "Nessun profeta è bene accetto in patria". I presenti intendono ucciderlo, ma Gesù riesce a passare indenne. Probabilmente, l'evangelista accenna al fatto che la fede non dipende da miracoli, ma è un dono divino, non legato a situazioni geografiche o etniche. In un certo modo, il brano di Luca è una riflessione analoga a quella della prima lettura odierna.
«Un giovane fratello fu inviato dal suo anziano da un certo fratello che aveva un giardino al Sinai per prendere qualche frutto per il suo abba. Quando giunse al giardino, disse al fratello che ne era il proprietario: "Padre, il mio anziano mi ha chiesto se hai qualche frutto?". Gli disse: "Si, figlio mio, tutto ciò che vuoi è là; prendi quello che ti serve". E il giovane monaco disse: "Forse c'è qui la misericordia di Dio, padre?". Quando quel fratello udì questa parola, rimase pensieroso, con gli occhi a terra e disse al giovane: "Cosa hai detto figlio mio?". Il giovane ripeté: "Padre, ho detto: Forse c'è qui la misericordia di Dio, padre?". E nuovamente per la terza volta il fratello gli pose la stessa domanda. Il proprietario del giardino rimase per un momento in silenzio, non sapendo cosa rispondere al giovane, e poi con un sospiro disse: "Dio ci aiuti, figlio mio!". E lasciando all'istante il giovane, prese la sua melote e andò nel deserto, abbandonando il giardino e dicendo: "Andiamo a cercare la misericordia di Dio. Se un giovane mi ha interrogato senza che io potessi dargli una risposta, che cosa farò quando sarò interrogato da Dio?"»
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI A Prima del lunedì si dicano tre salmi, cioè l'1, il 2 e il 6; e così fino alla domenica a Prima si recitino ogni giorno tre salmi di seguito fino al 19, ricordandosi di dividere in due parti i salmi 9 e 17. In tal modo alle Vigilie della domenica si comincerà sempre con il salmo 20. A Terza, Sesta e Nona del lunedì si dicano le rimanenti nove strofe del salmo 118, tre strofe per ciascuna Ora.
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