Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 24 febbraio 2007

Insegnaci, Signore, le tue vie...

Il profeta Isaia indica gli ambiti di conversione, che sono la carità fraterna e un vero senso di onestà nei riguardi degli emarginati. "Allora troverai la delizia nel Signore". In questo modo, si vive in comunione con il Signore, perché si elimina l'oppressione , la violenza, la diffamazione, il materialismo che si oppone al rispetto del giorno del Signore. "Ti farò gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre". L'unica condizione per vivere felici e prendere parte ai doni dell'Alleanza, consiste nello stare in comunione con Dio e, in Dio, con gli altri; più ci avviciniamo da Dio, più saremo felici. Perciò "Insegnaci, Sigonre, le tue vie". Il brano evangelico, invece, propone la vocazione di Levi, esattore delle imposte; Gesù accetta il suo invito ad un grande banchetto e per quel motivo viene decisamente rimproverato dai farisei. La risposta del Signore è immediata: "Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori alla conversione". La scelta è categorica; chi ascolta l'invito "Seguimi" trova una liberazione profonda. L'evangelista annota a proposito di Levi: "Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì". Liberato da ogni legame, Levi diviene un uomo "alzato", rinnovato (nel greco biblico, il termine corrispondente a "si alzò" (anastàs) è usato altrove per indicare la risurrezione di Gesù). La gioia di aver ottenuto una "risurrezione" personale stimola Levi a radunare amici e conoscenti per festeggiare insieme e condividere l'incontro decisivo con la Presenza divina. In questi primi giorni di Quaresima, l'essenziale del messaggio ascetico e spirituale ci è già stato comunicato: la conversione, l'eliminazione di legami negativi, la fraternità in Cristo che ci libera.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!


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