Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 17 dicembre 2005

Un vangelo strano...

Da Abramo a Davide... da Davide alla deportazione in Babilonia... dalla deportazione a Cristo... Sentiamo un elenco di nomi, di personaggi più o meno conosciuti. Qualcuno potrebbe dire: un Vangelo strano questo di oggi. Ci aspetteremmo forse qualche consiglio da parte di Gesù, siamo in Avvento... qualche parabola che parli di miracoli, qualcosa più "palpabile", più comprensibile... E invece sentiamo solo un elenco di nomi, nomi qualche volta per niente santi... Generazioni, popoli, famiglie, uomini e donne che si susseguono... qualche volta nella grandezza, altre volte nell'ignominia, qualche volta nei trionfi, altre volte nelle miserie, qualche volta nelle grazie altre volte, purtroppo nei peccati... Ecco: dentro a questa massa umana della storia antica viene Dio, viene Cristo,... e non ha paura di calarsi dentro, non si vergogna di mescolarsi, confondersi con loro... Il Dio della promessa antica, quel Dio che era sempre vicino al suo popolo, ora, e questa volta per sempre, in eterno, si fa nostro prossimo, in tutto, Dio si fa uomo. La sua divinità, la sua santità, la sua grandezza si mescola, si fonde al sangue delle generazioni, si fonde perché vi fermenti il bene, l'amore, la gioia, la salvezza. Il divino si cala nel mondo, avvolto nel gelo dell'odio, per farlo fermentare, per farlo nuovo, per farlo di nuovo buono! Quando partecipiamo all'Eucaristia riceviamo anche noi un po' di quel Fermento, un pezzo di pane che non è più pane ma è quel fermento del mondo, il fermento che cambia, che trasforma tutta la pasta... Chiediamo al Signore la grazia di saper essere anche noi il lievito del mondo, laddove lui ci fa vivere.


O Sapienza che esci dall'Altissimo
e tutto disponi con forza e dolcezza:
vieni a insegnarci la via della vita.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse il padre Elia, il diacono: "che cosa può il peccato dove vi è il pentimento? A che giova l'amore dove c'è orgoglio?".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL PRIORE DEL MONASTERO

Da qui derivano invidie, contese, maldicenze, rivalità, dissensi, disordini; e mentre l'abate e il priore sono in disaccordo, è inevitabile che le loro anime si trovino in pericolo a causa di questo dissidio, e che i loro sudditi, parteggiando per l'uno o per l'altro, vadano in perdizione. La responsabilità di un simile rischio ricade anzitutto su coloro che hanno provocato un tale disordine.


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