preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Anche oggi il Signore rimprovera ai capi del popolo di non essersi prepararti nel modo giusto, nel modo dovuto alla venuta del Messia. Invece di prendere sul serio le parole e la testimonianza di Giovanni Battista che lo additava al mondo, si sono limitati a "rallegrarsi per un momento" alla luce che proveniva dal Battista, "lampada che ardeva e risplendeva"... Questo è anche pericolo nostro, anche noi lo possiamo correre. Anche noi potremmo prendere i doni e le grazie di Dio come occasioni di un godimento momentaneo, senza corrispondere alla loro finalità, la quale sta sempre in rapporto con l'accoglienza di Cristo in tutto il mondo. Chiediamo oggi la grazia di saper evitare questo rischio. Chiediamo la grazia di saper aprire il nostro cuore e la nostra vita a tutta l'ampiezza e la profondità del progetto che Dio ha per noi.
Il padre Elia disse: "Io ho timore di tre cose: di quando l'anima uscirà dal corpo, di quando mi incontrerò con Dio, di quando la sentenza sarà profferita su di me".
IL PRIORE DEL MONASTERO Capita abbastanza spesso purtroppo che per la nomina del priore nascano nel monastero gravi scandali. Ci sono infatti alcuni che, gonfi del malvagio spirito di superbia, si considerano come un secondo abate e, arrogandosi un potere assoluto, provocano scandali e divisioni nella comunità; e questo succede soprattutto in quei luoghi dove il priore viene designato dallo stesso vescovo o dagli stessi abati che hanno stabilito in carica l'abate. Quanto ciò sia assurdo è facile capirlo, perché così si dà al priore motivo per insuperbirsi già dall'inizio della sua carica; difatti i suoi pensieri gli insinueranno che egli è indipendente dall'autorità del suo abate, dal momento che anche lui è stato stabilito in carica da quelli stessi che hanno stabilito l'abate.
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