Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 23 giugno 2005

La porta del Regno.

"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Ieri il Signore ci ha parlato dei falsi profeti, che dobbiamo tenere lontani perché rapaci come lupi. Oggi egli cerca di operare in noi un'altra interiore purificazione; vuole liberarci dalla presunzione di una falsa religiosità, basata sul formalismo esteriore e assolutamente priva di autenticità. Ne è coinvolta una bella schiera: sono i pseudo religiosi, coloro che si autogratificano proclamando il nome del Signore solo con la voce, vantando false appartenenze e illudendosi di esaurire così tutti i doveri che ne derivano. Il Signore già si era lamentato per bocca di Isaia: "Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un imparaticcio di usi umani, perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l'intelligenza dei suoi intelligenti». Sì, la religione può essere ridotta ad un "imparaticcio di usi umani" o a pie pratiche, piene di parole e prive di significati veri. Gesù così oggi ci scandisce la sua verità: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli".Nel fare la volontà di Dio, nell'aderire liberamente e gioiosamente ai suoi precetti per essere suoi testimoni, troviamo la chiave del Regno; così la nostra appartenenza diventa comunione di vita con Cristo. Così l'edificio spirituale, la nostra casa, si fonda, Solida ed incrollabile, sulla roccia, che è Cristo. Così ancora sapremo resistere a tutte le tentazioni, a tutte le avversità, a tutte le prove immancabili della vita per restare saldi, perché "radicati e fondati nella carità". Che tristezza vedere una casa, magari splendida nelle sue apparenze, crollare ed essere spazzata via dalla furie delle acque perché priva di solide fondamenta, costruita sulla sabbia. È facile illudersi e fermarsi alle apparenze, è difficile restare saldi se non interviene la grazia divina, che ci fortifica e ci illumina nelle nostre scelte quotidiane.


In serata: La messa vespertina: IN NATIVITATIS S. IOANNIS BAPT.

Ger. 1,4-10; Ps. 70; 1 Pt 1,8-12; Lc. 1,5-17

Dal libro del profeta Geremia 1, 4-10. 17-19

Vocazione del profeta
Mi fu rivolta la parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane, ma và da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò.
Non temerli, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore.
Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi disse: «Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca.
Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare».
Tu, poi, cingiti i fianchi, alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti alla loro vista, altrimenti ti farò temere davanti a loro.
Ed ecco oggi io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». Oracolo del Signore.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse: "Come la cera si scioglie dinanzi al fuoco così l'anima è svuotata dalle lodi".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI MANDATI IN VIAGGIO

E nessuno ardisca riferire ad altri ciò che ha visto o sentito fuori del monastero, perché sarebbe un gran danno per la maggior parte dei fratelli. Chi osasse farlo, sia sottoposto alla disciplina regolare. Così pure sia punito chi si permette di uscire dal recinto del monastero o recarsi in qualche luogo o fare qualsiasi benché minima cosa senza il permesso dell'abate.


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