preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La liturgia odierna ci offre parole di consolazione: il Signore ci dona la vera pace, di cui Lui solo è garante. Attraverso la sua vita e la vita dei suoi servi fedeli che abitano la santa Chiesa di Dio, ci incoraggia a non aver paura: nulla ha da temere chi rimette la sua volontà nelle mani del Padre... Il passaggio alla vita eterna è aperto, stretto, ma sicuro: " è necessario passare attraverso molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio" ma Gesù è con noi e dopo un disagio iniziale che mette alla prova la nostra fede, non esita ad intervenire per allargare lui stesso quelle pareti così soffocanti! A noi non viene chiesto di soffrire allo stesso livello di Cristo, ma siamo ugualmente chiamati a condividere la stessa sorte gioiosa della risurrezione per la vita eterna. Le nostre sofferenze sono già caricate su altre spalle; il peso che noi portiamo non è insopportabile, ma anzi, è stimolo a non fissare la nostra dimora in una terra che non è la nostra terra... Spalancare le porte a Cristo significa guardare con fiducia a Colui che lascia le sue orme profonde nel sentiero che siamo chiamati a percorrere. È sufficiente aprire bene gli occhi per vederle, per essere sicuri non solo individualmente, ma anche comunitariamente, del cammino di Verità che pacifica e rassicura i cuori pur intorpiditi e tremanti...
Abba Isaia disse: "La sapienza non consiste nel parlare; la sapienza sta nel sapere in quale momento parlare.
COME DEVONO FARE LA SODDISFAZIONE GLI SCOMUNICATI E allora, se l'abate lo permetterà, sia riammesso in coro al suo posto o a quello che l'abate avrà indicato; ma a patto che non ardisca recitare da solo salmo o lettura o altro nell'oratorio, se non ad un nuovo ordine dell'abate. E a tutte le Ore, mentre sta per terminare l'Opus Dei, si prostri a terra nel posto dove si trova; e così continui a fare la soddisfazione finché l'abate di nuovo non gli comanderà di mettervi fine. Chi invece per colpe leggere è scomunicato solo dalla mensa, faccia la soddisfazione nell'oratorio, prolungandola secondo l'ordine dell'abate, finché egli dia la benedizione e dica: «Basta così!».
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