Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 05 aprile 2005

Rinascere dall'Alato.

Assistiamo e partecipiamo ad un colloquio notturno. Ci interessano i due interlocutori Gesù e Nicodemo. Questi porta con se una sincera ammirazione per Gesù che certamente condividiamo: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Forse dobbiamo condividere anche i limiti della sua fede e il bisogno di una ulteriore illuminazione. Egli si reca di notte dal Signore e ciò per timore dei giudei: la notte non solo la mancanza della luce del sole, ma anche il buio della mente e del cuore. La paura poi denota una ulteriore debolezza, l'incapacità di essere testimone, anche e soprattutto quando si è circondati da persona che non la pensano come noi. È il rispetto umano che talvolta frena la libera professione della nostra fede. È per questo che Gesù ci ripete: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Bisogna quindi rinascere per vedere. Bisogna far morire in noi l'uomo vecchio, annebbiato dal peccato, per essere creatura nuova in Cristo. Già nel battesimo abbiamo avuto potenzialmente la nostra rinascita come figli di Dio, ma poi con la libera adesione e con le nostre opere, dobbiamo confermare la novità che ci è stata data in dono. Infatti Gesù conferma il suo pensiero dicendoci ancora: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio». E aggiunge: «Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Lo Spirito che ci fa rinascere sarà il dono di Cristo ai suoi Apostoli e li trasformerà da pavidi in intrepidi araldi del suo Vangelo. Lo stesso Spirito sarà la forza vincente della chiesa di Cristo e di ogni suo seguace. Il vero rinnovamento, la vera rinascita, la vita nuova la possiamo attingere solo da quella arcana forza divina, che riversata nei nostri cuori, ci rende capaci di uscire dalla notte, di rinascere come creature nuove e di essere infine testimoni autentici e credibili della risurrezione di Cristo.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Non appena ti levi dopo il sonno, subito, in primo luogo, la tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi poiché la prima preoccupazione alla quale lo spirito si apprende fin dall'aurora, esso continua a macinarla come una mola per tutto il giorno, sia grano, sia zizzania. Perciò sii sempre il primo a gettar grano, prima che il tuo nemico getti zizzania.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SETTIMANARI DI CUCINA

I fratelli si servano a vicenda e nessuno venga dispensato dal servizio di cucina, a meno che non sia malato o occupato in cose di maggiore utilità, perché in tal caso si acquista una più grande ricompensa e un aumento di carità. Ai più deboli si diano degli aiutanti, affinché non svolgano il servizio di malumore; anzi abbiano tutti degli aiuti, secondo i bisogni della comunità e la posizione del luogo. Se la comunità è numerosa, il cellerario sia dispensato dal lavoro di cucina e così pure chi - come abbiamo detto - fosse occupato in cose di maggiore utilità; tutti gli altri si servano vicendevolmente nella carità.


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