Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 31 luglio 2004

La morte del Battista (Mt 14, 1-12)

[…] Erode sente parlare di Gesù. Matteo corregge Marco e precisa: "Erode il tetrarca" della Galilea che è il suo vero titolo, e non "il re Erode", che potrebbe venire confuso con quello dei racconti dell'infanzia (2, 1.3ss.). Però al v. 9, scrive come Marco "il re": è un bell'esempio di come Matteo, copiando Marco, non si renda sempre conto di finire per contraddirsi. Erode pensa che Gesù non sia altro che lo stesso Giovanni da lui fatto decapitare e ora "risorto dai morti". Quest'espressione è già un anticipo dell'annuncio pasquale (Mt 28, 7). In un certo senso è perfino vero: Gesù non è più di Giovanni, solo è risorto dai morti! Secondo il quarto evangelo, il Battista "non ha fatto nessun segno" (Gv 10, 41), ma è proprio il fatto della risurrezione e non la somiglianza con Giovanni a conferire a Gesù "energie" miracolose, cioè appunto di resurrezione.
Secondo Marco (e Matteo che lo segue) Erode avrebbe fatto arrestare Giovanni per una questione coniugale. In realtà i nostri due evangelisti non sono del tutto precisi circa le complesse relazioni coniugali della famiglia erodiana: Erodiade non era la moglie di Filippo, ma di un fratello; Filippo invece era il marito della figlia di Erodiade, la danzatrice di questo racconto, cui Giuseppe Flavio dà il nome di Salome. […]
Che una ragazza nubile e figlia di re, una principessa, esegua una danza orientale sotto lo sguardo degli uomini, è parso a molti commentatori un fatto irrealistico, del tutto contrario ai costumi dell'antico oriente. Ma gli usi correnti presso la corte erodiana non dovevano essere tra i più raccomandabili. Sicché non mi pare che ci sia una ragione seria per dubitare dell'attendibilità del racconto evangelico.[…]
Erode fa decapitare Giovanni seduta stante , segno che Giovanni era incarcerato nel luogo stesso in cui si svolgeva il banchetto: Giuseppe Flavio precisa che si tratta della fortezza erodiana di Macheronte, nell'attuale territorio della Giordania, all'altezza del Mar Morto. "E i suoi discepoli – continua Marco – vennero presero il suo corpo e lo deposero in un sepolcro" (Mc 6, 29: altra prefigurazione, nel Battista, della sorte riservata a Gesù, estrema testimonianza resa dal precursore. Ma il racconto di Marco finisce lì: non dice che i discepoli di Giovanni abbiano fatto altro. In Mc 6, 30 il racconto prosegue con gli "apostoli" che si radunano presso Gesù e gli riferiscono tutto ciò che avevano fatto. Matteo combina le due cose e, in questo modo, fa sì che i discepoli di Giovanni, dopo aver seppellito il loro maestro, vengano a darne notizia a Gesù. Quindi, anche alla fine del racconto, l'evento della morte di Giovanni viene strettamente collegato alla vicenda stessa di Gesù: non è più in flashback ma, per così dire, in diretta sugli avvenimenti.
(da A. MELLO, Evangelo secondo Matteo, Qiqajon 1995, 265-267)


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dio è raro: deve essere cercato a lungo affinché raramente ci sia data la grazia di incontrarlo.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Custodire pura la propria lingua da ogni discorso cattivo e sconveniente. Non amare di parlare molto. Non proferire parole leggere o che provocano il riso. Non amare il riso troppo frequente e smodato. Ascoltare volentieri le sante lettura. Dedicarsi con frequenza all'orazione. Confessare ogni giorno a Dio nella preghiera le proprie colpe passate con lacrime e gemiti. Delle stesse colpe fare penitenza ed emendarsi per l'avvenire.


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