Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 06 luglio 2004

Come pecore senza pastore.

Gesù predica il suo vangelo di villaggio in villaggio, di città in città "curando ogni malattia e infermità". Viene narrata a parte la prodigiosa guarigione da un muto indemoniato perché al comprensibile stupore della folla fa riscontro l'immancabile malvagità dei farisei che affermano, non potendo negare l'evidenza: «Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni». L'evangelista coglie poi un momento particolare che Gesù sta vivendo durante la sua missione: "Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore". Lo sguardo e il cuore di Cristo si sono orientati verso di noi, verso la nostra umanità e ci coglie nel nostro grande disaggio, ci vede stanchi e sfiniti e soprattutto disorientati e smarriti perché senza pastori, privi cioè di guide sicure e fedeli. Ecco quindi l'esortazione alla preghiera da rivolgere al padrone della messe, a Dio stesso, affinché «mandi operai nella sua messe!». Ai nostri giorni la chiesa soffre particolarmente per la mancanza di vocazioni e la scarsità dei sacerdoti. È quindi più che mai urgente quella preghiera. Qualcuno ha affermato che se scarseggiano le vocazioni sacerdotali dipende in buona misura dalla poca preghiera e dallo scarso autentico fervore da parte del popolo cristiano. Potremmo però estendere la nostra riflessione a tutti gli educatori alla fede cristiana; ai genitori quindi, ai catechisti, agli insegnanti delle nostre scuole. Anche a loro compete il gravoso compito di formare gli uomini e i cristiani del domani. Non basta dare cultura e salute ai nostri giovani, essi hanno sete di valori autentici che siano proclamati e vissuti da coloro che li hanno preceduti nell'esperienza della vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Non giudicate Dio dalla balbuzie dei suoi ministri!


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Cinti dunque i nostri fianchi con la fede e la pratica delle buone opere, sotto la guida del vangelo, camminiamo nelle sue vie, per meritare di vedere nel suo regno colui che ci ha chiamati (1 Ts 2,12).
Ricordiamoci però che, se vogliamo abitare nella tenda di quel regno, non potremo giungervi se non correndo verso di esso con l'esercizio delle buone opere.


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