Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

[menu] [seleziona le letture da stampare]
 

Commento alle Letture

Sabato 06 settembre 2003

Il Figlio dell'uomo è signore del sabato.

Gesù per riferirsi alla sua persona ed alla sua missione usa spesso l'espressione Figlio dell'uomo. Ha un'origine antica e si trova, con diverse applicazioni nell'Antico Testamento. Gesù non vuol sminuire la sua natura ma vuole provocare una reazione precisa nei suoi discepoli. Chiede questo figlio dell'uomo che opera prodigi; alla sua parola obbediscono i venti e le tempeste; questo Figlio dell'uomo che parla con autorità ora si proclama padrone anche del sabato. Nell'Antico testamento il sabato richiama una istituzione antica, voluta da Dio stesso per due motivi precisi. Vi è sicuramente una motivazione antropologica nel specificare che dopo ogni periodo lavorativo è giusto ed è sano per gli uomini avere un giorno di riposo. Il sabato è anche il giorno dedicato al Signore e consacrato ad esso; ora Gesù se ne proclama padrone. Non è un arbitrio ma significa proclamare la sua natura divina; Il padrone del sabato è padrone del tempo, è il Signore di tutto il creato e tutto in lui si ricapitola. Il sabato non appartiene a noi ma a Cristo; è il suo girono e noi lo dobbiamo rispettare non la una partecipazione formale all'Eucaristia ma donando il nostro cuore perché la nostra vita sia poi nel segno di Cristo e della sua volontà.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Pregare per gli altri

«Un fratello fece visita ad un anziano che aveva il dono del discernimento e lo supplicò con queste parole: "Prega per me, padre, perché sono debole". L'anziano gli rispose: "Uno dei padri una volta ha detto che chi prende dell'olio in mano per ungere un malato, trae giovamento lui per primo, dall'unzione fatta con le sue mani. Così chi prega per un fratello che soffre, prima ancora che questi ne tragga giovamento, lui stesso ha la sua parte di guadagno, a causa del suo intento di amore. Fratello mio, preghiamo dunque gli uni per gli altri, per essere guariti, perché Dio stesso ce lo ha ordinato attraverso l'apostolo"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN QUALI TEMPI SI DICE L'ALLELUIA

Dalla santa Pasqua fino a Pentecoste si dica sempre l'Alleluia sia nei salmi che nei responsori; da Pentecoste invece fino all'inizio della Quaresima lo si dica ogni notte soltanto con gli ultimi sei salmi dell'Ufficio notturno. Ogni domenica poi fuori del tempo quaresimale i cantici dell'Ufficio notturno, le Lodi, Prima, Terza, Sesta e Nona si dicano con l'Alleluia; ai Vespri invece non si dica. Ma i responsori non si dicano con l'Alleluia se non da Pasqua a Pentecoste.


home  |  commento  |  letture  |  santi  |  servizi  |  archivio  |  ricerca  |  F.A.Q.  |  mappa del sito  |  indice santi  |  preghiere  |  newsletter  |  PDA  |  WAP  |  info


Questa pagina è in una versione adatta alla stampa, agli smartphone e ai PDA.
URL: https://liturgia.silvestrini.org/p/commento/2003-09-06.html
Versione completa online:
https://liturgia.silvestrini.org/commento/2003-09-06.html

i-nigma smart code
SmartCode: https://www.i-nigma.com/