Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 31 luglio 2003

Così sarà alla fine del mondo.

Gesù continua ad insegnare in parabole. Oggi possiamo trarre una riflessione tratta dall'esperienza delle prime comunità cristiane. Già in esse cominciano ad affiorare le prime difficoltà, i primi dubbi ed anche le prime divisioni. Gesù con questa parabola vuol mettere in guardia i discepoli sull'atteggiamento da avere in queste situazioni. E' l'invito a prendere esempio da lui, sempre pronto a lottare contro il male ed il peccato ma a mostrare misericordia verso gli uomini. E' normale che nelle comunità ognuno abbia dei tempi diversi di maturazione spirituale; può accadere anche che alcuni possono sbagliare. Gesù invita i discepoli a non discriminare queste persone. La responsabilità di ognuno è nel vigilare perché il male non si diffonda nell'accettazione, però, delle singole situazioni umane. A noi non è dato il giudizio sugli altri uomini. La comprensione umana che chiede Gesù è l'applicazione delle misericordia e non condiscendenza al male. La puntualizzazione di Gesù è ben precisa quando ci dice che il giudizio è una facoltà divina. Il bene comune a la vita sociale necessita che degli uomini, in circostanze ben precise e regolamentate debbono esprimere dei giudizi. La condanna di Gesù non è rivolta a queste situazioni; nel condannare il sopruso ricorda comunque che la giustizia umana non è mai la stessa della giustizia divina.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dio è raro: deve essere cercato a lungo affinché raramente ci sia data la grazia di incontrarlo.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Custodire pura la propria lingua da ogni discorso cattivo e sconveniente. Non amare di parlare molto. Non proferire parole leggere o che provocano il riso. Non amare il riso troppo frequente e smodato. Ascoltare volentieri le sante lettura. Dedicarsi con frequenza all'orazione. Confessare ogni giorno a Dio nella preghiera le proprie colpe passate con lacrime e gemiti. Delle stesse colpe fare penitenza ed emendarsi per l'avvenire.


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