preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Benedico te Padre, perché hai rivelato tutte queste cose ai piccoli. Dio non è impressionato dalla grandezza, dall'intelligenza, dalla sapienza umana. Quelli che li fanno tenerezza sono i più piccoli, gli ultimi, gli emarginati. A loro tutta la sua attenzione. Gesù, durante la sua vita terrena, ha sempre cercato quegli ultimi, è andato in cerca dei malati per sanarli, in cerca degli indemoniati per liberarli, in cerca degli afflitti per annunziare loro la speranza che lui stesso ha portato sulla terra. Anche noi, se vogliamo chiamarci cristiani, se vogliamo veramente esserli dobbiamo comportarci in tutto come si è comportato il Signore. Certo, non sempre questo sarà facile, non sempre ci aiuterà la nostra società, la nostra formazione, i nostri vicini. Ma proprio in questi momenti difficili il Signore è particolarmente con noi. Dobbiamo sforzarci sempre più di conoscerlo, anche se, come ci dice il Vangelo odierno, non lo conosceremo mai abbastanza. Solo il Padre conosce il Figlio e il Figlio conosce il Padre. Conoscere ma non per sentito dire, non dai racconti degli altri quanto dalle nostre personali esperienze, dalla nostra con lui intimità. Egli conosce ciascuno di noi, ci conosce come il pastore conosce le sue pecorelle. Se noi lo vorremo egli ci si svelerà, ci apparirà, ci si comunicherà perché il Signore è sempre vicino a chi lo cerca con cuore sincero.
«Una parola non è possibile adesso – constata tristemente un padre del deserto. Quando i fratelli interrogavano gli anziani e facevano ciò che questi dicevano, Dio provvedeva per loro come dovevano parlare. Ma ora, poiché chiedono e non fanno ciò che odono, Dio ha tolto dagli anziani il dono della parola; e non sanno cosa dire, perché non vi è chi metta in pratica»
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE Sappia pure l'abate che il padre di famiglia ascriverà a colpa del pastore quanto di minor bene avrà trovato nel suo gregge. Sarà scusato, il pastore, soltanto se avrà usato ogni diligenza verso un gregge turbolento e disobbediente e avrà applicato tutti i rimedi alla loro cattiva condotta; allora, assolto nel giudizio divino, potrà dire col profeta: «Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato (Sal 39,11); ma essi mi hanno deriso e disprezzato» (Is 1,2 Volg.). E allora per le pecore ribelli alle sue cure ci sarà alla fine quale castigo la morte.
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