preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Nella Sacra Scrittura si celebra la bellezza del Carmelo, dove il profeta Elia difendeva la purezza della fede di Israele nel Dio vivente. Nel secolo XII alcuni eremiti si ritirarono su questo monte, ed in seguito fondarono un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della santa Madre di Dio, Maria. La festa del 16 luglio è strettamente collegata alla devozione allo scapolare, da cui hanno avuto origine varie confraternite e associazioni laicali. Tale devozione non è presente fin dagli inizi dell'Ordine, ma viene introdotta gradualmente fin dal XIV secolo.
Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, dove un tempo il profeta Elia aveva ricondotto il popolo di Israele al culto del Dio vivente e si ritirarono poi degli eremiti in cerca di solitudine, istituendo un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della santa Madre di Dio.
Dai «Discorsi» di san Leone magno, papa
Viene scelta una vergine di discendenza regale della stirpe di Davide, che, destinata ad una sacra maternità, concepì il Filgio, Uomo-Dio, prima nel suo cuore che nel suo corpo. E perché, ignorando il disegno divino, non avesse a temere di fronte ad un evento eccezionale, apprende dal colloquio con l'angelo ciò che lo Spirito Santo avrebbe operato in lei. E colei che sta per divenire Madre di Dio, non pensa che ciò avvenga a scapito del pudore. Perché infatti non dovrebbe credere alla novità del concepimento, dato che le viene promesso l'intervento efficace della potenza dell'Altissimo? Inoltre la sua fede, già perfetta, viene confermata dalla testimonianza di un miracolo precedente: contro ogni aspettativa, viene accordata, cioé, ad Elisabetta la fecondità. Così non si poteva dubitare che, chi aveva dato la fecondità ad una donna sterile, la poteva dare anche a una vergine.
Pertanto il Verbo di Dio, Dio egli stesso e Figlio di Dio, che in principio era presso Dio e per mezzo del quale tutto é stato fatto, e senza del quale niente é stato fatto di tutto ciò che esiste (cfr. Gv 1, 3), si é fatto uomo per liberare l'uomo dalla morte eterna. Ma, abbassandosi fino ad assumere la nostra umile condizione, non diminuì la sua maestà. Così, restando quello che era, ed assumendo ciò che non era, unì la vera natura di servo a quella che lo fa uguale a Dio Padre. Congiunse le due nature con un vincolo così meraviglioso, che né la gloria a cui era chiamata assorbì la natura inferiore, né l'assunzione di questa natura, diminuì la natura superiore.
Salvo perciò restando ciò che era proprio a ciascuna natura e convergendo le due nature in una sola persona, ecco che l'umiltà é assunta dalla maestà, la debolezza dalla potenza e la mortalità dall'eternità. Per pagare il debito proprio della nostra condizione, la natura impassibile si é unita alla nostra natura passibile e il vero Dio e il vero uomo vengono ad unirsi in un solo Signore. In tal modo, proprio come conveniva alla nostra salvezza, l'unico, il «solo mediatore, fra Dio e gli uomini» (1 Tm 2, 5) poteva morire in virtù di una natura, e risorgere in virtù dell'altra.
Perciò la nascita del Salvatore non recò il minimo pregiudizio all'integrità della Vergine, perché la nascita di colui che é la verità fu salvaguardia della sua purezza. Pertanto era conveniente, o miei cari, che Cristo «potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Cor 1, 24) nascesse in tal modo da porsi a nostro livello per la sua natura umana, e fosse infinitamente superiore a noi per la sua divinità. Difatti, se non fosse vero Dio, non ci avrebbe portato la salvezza, e se non fosse vero uomo, non ci avrebbe dato l'esempio. E' per questo che alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel più alto die cieli» e annunziano: «pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Essi infatti vedono che la Gerusalemme celeste é un edificio formato da tutti i popoli della terra. Se dunque di questa opera ineffabile della misericordia divina tanta gioia provano gli angeli, che sono creature eccelse, quanto dovranno goderne gli uomini che sono umilissime creature?
La preghiera alla Madonna del Carmine
Nel secolo XII alcuni pellegrini si ritirarono sul monte Carmelo, in Palestina, dove Elia aveva lottato contro i sacerdoti di Baal per la fedeltà d’Israele all’unico Signore (cf. 1 Re 18, 20-40). Là si formò una comunità di contemplativi devoti di Maria, modello di adesione incondizionata a Dio. Quella comunità fu all’origine dell’Ordine dei Carmelitani e di molte confraternite laicali che diffusero il culto alla Vergine del Carmelo (o del Carmine).
Dal Comune della beata Vergine Maria.
Ci assista, o Padre, la materna intercessione della gloriosa Vergine Maria, perché sorretti dalla sua protezione possiamo giungere felicemente al santo monte, che è Cristo Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
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