preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Fedro in una delle sue famose favole, diceva che ognuno di noi è munito di due bisacce contenenti ciascuna i difetti nostri e quelli degli altri. Quella con i nostri difetti è posta dietro le nostre spalle, difficile quindi da vedere e da scrutare, quella invece del nostro prossimo è posta invece sul davanti, proprio sotto i nostri occhi. Vuol dire che siamo sempre propensi a giudicare gli altri ed ad assolvere noi stessi. Gesù ci dice: "Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello e non vedi la trave che nel tuo?". Nello stesso contesto, in modo più esplicito e categorico, afferma e comanda: "Non giudicate per non essere giudicati; perché con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati e con la misura con la quale misurate sarete misurati". Il rischio e il danno sono davvero grandi: potremmo procurarci colpevolmente un severo giudizio ed una dura condanna per aver noi per primi giudicati e condannato gli altri senza misericordia e tra l'altro anche arbitrariamente. Il giudizio sugli altri nasconde in se una segreta malizia: spesso ci occorre e vi ricorriamo per sminuire o celare i nostri difetti. Siamo abilissimi nel trasformare in trave la pagliuzza del nostro fratello e fare il contrario per noi stessi. È una vera e propria forma d'ipocrisia. La via buona, quella che Gesù ci suggerisce e che ci potrebbe poi abilitare a saper praticare nella verità e nella carità la correzione fraterna, consiste nel rimuovere prima la trave dal nostro occhio, per poi additare al fratello la pagliuzza che è nel suo. Questo è un monito che riguarda tutti ma particolarmente coloro che hanno compiti educativi, di guida e di formazione.
Disse: "Come la cera si scioglie dinanzi al fuoco così l'anima è svuotata dalle lodi".
I FRATELLI MANDATI IN VIAGGIO E nessuno ardisca riferire ad altri ciò che ha visto o sentito fuori del monastero, perché sarebbe un gran danno per la maggior parte dei fratelli. Chi osasse farlo, sia sottoposto alla disciplina regolare. Così pure sia punito chi si permette di uscire dal recinto del monastero o recarsi in qualche luogo o fare qualsiasi benché minima cosa senza il permesso dell'abate.
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