Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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I Santi del giorno

Lunedì 25 maggio 2026

Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa

Lunedì dopo la Pentecoste (Memoria obbligatoria)

BIOGRAFIA

Il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II, dichiarò la beata Vergine Maria «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei Pastori, che la chiamano Madre amantissima». La Sede Apostolica pertanto, in occasione dell'Anno Santo della Riconciliazione (1975), propose una messa votiva in onore della beata Maria Madre della Chiesa, successivamente inserita nel Messale Romano; diede anche facoltà di aggiungere l'invocazione di questo titolo nelle Litanie Lauretane (1980). Papa Francesco, considerando attentamente quanto la promozione di questa devozione possa favorire la crescita del senso materno della Chiesa, come anche della genuina pietà mariana, ha stabilito nel 2018 che la memoria della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, sia celebrata dal Calendario Romano nel Lunedì dopo Pentecoste.

DAGLI SCRITTI...

Dall'allocuzione del beato Paolo VI, papa, a conclusione della terza sessione
del Concilio Vaticano II

Maria Madre della Chiesa

Considerando gli stretti rapporti con cui sono collegati tra loro Maria e la Chiesa, a gloria della Beata Vergine e a nostra consolazione dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, sia dei fedeli che dei Pastori, che la chiamano Madre amatissima; e stabiliamo che con questo titolo tutto il popolo cristiano d'ora in poi tributi ancor più onore alla Madre di Dio e le rivolga suppliche.
Si tratta di un titolo, Venerabili Fratelli, non certo sconosciuto alla pietà dei cristiani; anzi i fedeli e tutta la Chiesa amano invocare Maria soprattutto con questo appellativo di Madre. Questo nome rientra certamente nel solco della vera devozione a Maria, perché si fonda saldamente sulla dignità di cui Maria è stata insignita in quanto Madre del Verbo di Dio Incarnato.
Come infatti la divina Maternità è la causa per cui Maria ha una relazione assolutamente unica con Cristo ed è presente nell'opera dell'umana salvezza realizzata da Cristo, così pure soprattutto dalla divina Maternità fluiscono i rapporti che intercorrono tra Maria e la Chiesa; giacché Maria è la Madre di Cristo, che non appena assunse la natura umana nel suo grembo verginale unì a sé come Capo il suo Corpo mistico, ossia la Chiesa. Dunque Maria, come Madre di Cristo, è da ritenere anche Madre di tutti i fedeli e i Pastori, vale a dire della Chiesa.
È questo il motivo per cui noi, benché indegni, benché deboli, alziamo tuttavia gli occhi a lei con animo fiducioso ed accesi dell'amore di figli. Lei che ci ha dato un giorno Gesù, fonte della grazia soprannaturale, non può non rivolgere la sua funzione materna alla Chiesa, specialmente in questo tempo in cui la Sposa di Cristo si avvia a compiere con più àlacre zelo la sua missione salutifera.
Ad alimentare e confermare ulteriormente questa fiducia Ci inducono quegli strettissimi vincoli che esistono tra questa nostra Madre celeste e l'umanità. Pur essendo stata arricchita da Dio di doni generosissimi e meravigliosi perché fosse Madre degna del Verbo Incarnato, nondimeno Maria ci è vicina. Come noi, anche lei è figlia di Adamo, e perciò nostra sorella per la comune natura umana; per i meriti futuri di Cristo essa fu immune dal peccato originale, ma ai doni divinamente ricevuti aggiunse personalmente l'esempio della sua fede perfetta, tanto da meritare l'elogio evangelico: "Beata te che hai creduto".
In questa vita mortale incarnò la forma perfetta del discepolo di Cristo, fu uno specchio di tutte le virtù, e nel suo atteggiamento rispecchiò pienamente quelle beatitudini che furono proclamate da Cristo Gesù. Ne deriva che nell'esplicare la sua vita multiforme e la sua operosa attività tutta la Chiesa prenda dalla Vergine Madre di Dio l'esempio secondo il quale si deve imitare perfettamente Cristo. (21 novembre 1964: AAS 56 [1964], 1015-1016)



 

San Beda Venerabile

Sacerdote e Dottore della Chiesa (Memoria facoltativa)

BIOGRAFIA

San Beda, il Venerabile.

Il nome Beda in lingua sàssone vuol dire uomo che prega. Nacque nel 672 da una modesta famiglia operaia di Newcastle, fu affidato giovinetto a S. Benedetto Biscop, abate del monastero benedettino di Wearmouth. Ordinato sacerdote, fu nello stesso tempo uno dei più sapienti uomini della Chiesa del suo secolo. Le più grandi soddisfazioni della sua vita vennero da lui stesso compendiate in tre verbi: imparare, insegnare, scrivere. Compose opere teologiche e storiche, mantenendosi fedele alla tradizione dei Padri e della Sacra Scrittura. Mentre colla faccia rivolta alla chiesa recitava con fervore e ad alta voce il Gloria Patri, il divino programma della sua vita, gli Angeli si presero la sua bell'anima e la portarono in Paradiso. Era l'anno 735, nell'Abbazia di Jarrow, in Inghilterra. Leone XIII l'ha annoverato tra i dottori della Chiesa.

MARTIROLOGIO

San Beda il Venerabile, sacerdote e dottore della Chiesa, che, servo di Cristo dall'età di otto anni, trascorse tutta la sua vita nel monastero di Jarrow nella Northumbria in Inghilterra, dedito alla meditazione e alla spiegazione delle Scritture; tra l'osservanza della disciplina monastica e l'esercizio quotidiano del canto in chiesa, sempre gli fu dolce imparare, insegnare e scrivere.

DAGLI SCRITTI...

Dalla "Lettera sulla morte di san Beda il Venerabile" di Cuthberto.
Quando giunse il martedì prima dell'Ascensione del Signore, Beda cominciò a respirare più affannosamente e gli comparve un po' di gonfiore nei piedi. Però per tutto quel giorno insegnò e dettò di buon umore. Tra l'altro disse: "Imparate con prontezza, non so fino a quando tirerò avanti e se il Creatore mi prenderà tra poco". A noi pareva che egli conoscesse bene la sue fine; e così trascorse sveglio la notte nel ringraziamento. Sul far del giorno, cioè il mercoledì, ci ordinò di scrivere con diligenza quanto avevamo cominciato, e così facemmo fino alle nove. Dalle nove poi movemmo in processione con le reliquie dei santi, come richiedeva la consuetudine di quel giorno. Uno di noi però rimase accanto a lui e gli disse: "Maestro amatissimo, manca ancora un capitolo al libro che hai dettato. Ti riesce faticoso essere interrogato?". Ed egli: "Ma no, facile, disse, prendi la tua penna, temperala e scrivi". E quello così fece. Alle tre pomeridiane mi disse: "Nel mio piccolo baule ci sono alcune cose preziose, cioè pepe, fazzoletti e incenso. Corri presto e conduci da me i sacerdoti del nostro monastero, perché voglio distribuire loro questi piccoli regali che Dio mi ha dato". E in loro presenza parlò a tutti ammonendo ciascuno e scongiurando di celebrare per lui delle Messe e di pregare con insistenza, cosa che quelli volentieri promisero. Piangevano tutti e versavano lacrime, soprattutto perché aveva detto di credere che non avrebbero visto più ancor a lungo la sue faccia in questo mondo. Provavano gioia però perché disse: "È tempo ormai (se così piace al mio Creatore) di ritornare a colui che mi ha creato e mi ha fatto dal nulla, quando ancora non esistevo. Ho vissuto molto e il pio Giudice bene ha disposto per me la mia vita; ormai è giunto il momento di sciogliere le vele (2 Tm 4, 6), perché desidero morire ed essere con Cristo (Fil 1, 23); infatti 1'anima mia desidera vedere Cristo, mio re, nel suo splendore". E avendo detto molte altre cose per la nostra edificazione, passò in letizia quel giorno fino a sera. II giovane Wiberth disse ancora: "Caro maestro, ancora una sentenza non è state trascritta". Ed egli: "Scrivi, subito". E dopo un po' il giovane disse: "Ecco, ore la sentenza è stata scritta". E lui allora: "Bene, disse, hai detto la verità; tutto è finito. Prendi la mia testa tra le tue mani perché mi piace assai stare seduto di fronte al santo posto, in cui ero solito pregare, perché anch'io, stando seduto, posse invocare il mio Padre ". E così sul pavimento della sue cella cantando: "Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo" dopo d'aver nominato lo Spirito Santo, esalò l'ultimo respiro, e per essere stato sempre devotissimo nelle loci di Dio sulfa terra, migrò alle gioie dei desideri celesti.



Nota del messale

Beda (Northumbria, Regno Unito, 672/673 - Jarrow, 26 maggio 735) fu un dotto monaco che visse unendo lo studio alla contemplazione e alla penitenza. Nella sua Storia ecclesiastica dei popoli angli narrò la conversione al cristianesimo di quelle popolazioni e la crescita della Chiesa locale.

Dal Comune dei dottori della Chiesa o dal Comune dei santi: per un monaco.

Colletta propria

O Dio, che fai risplendere la tua Chiesa con la scienza e la dottrina del presbitero san Beda, dona ai tuoi figli di essere sempre illuminati dalla sua sapienza e sorretti dai suoi meriti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

Santa Maria Maddalena de' Pazzi

Vergine (Memoria facoltativa)

BIOGRAFIA

Maria Maddalena (Firenze, 2 aprile 1566 - 25 maggio 1607), appartenente all'importante famiglia fiorentina de' Pazzi, divenne monaca carmelitana. Nella sua intensa vita di preghiera e di penitenza, arricchita da esperienze mistiche, sentì profondamente l'urgenza della riforma della Chiesa. Con fervore profetico ed evangelica libertà di parola si rivolse per lettera ad alcune autorità ecclesiastiche del tempo, tra cui l'arcivescovo di Firenze e lo stesso papa Sisto V, sollecitando il necessario rinnovamento ecclesiale, a cominciare dal clero e dai religiosi.

MARTIROLOGIO

Santa Maria Maddalena de' Pazzi, vergine dell'Ordine delle Carmelitane, che a Firenze in Cristo condusse una vita nascosta di preghiera e di abnegazione, pregò ardentemente per la riforma della Chiesa e, arricchita da Dio di doni straordinari, fu per le consorelle insigne guida verso la perfezione.

COLLETTA PROPRIA

O Dio, che ami la verginità e hai colmato di doni celesti la vergine Maria Maddalena [de’ Pazzi], ardente del tuo amore, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua nascita al cielo, di imitarne gli esempi di purezza e carità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Dal Comune delle vergini: per una vergine.

 

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