Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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I Santi del giorno

Lunedì 23 aprile 2012

Sant'Adalberto

vescovo e martire (Memoria facoltativa)

BIOGRAFIA

L'immagine del santo.

Sant'Adalberto (956-997), monaco benedettino. II suo nome in ceco era Vojtech. Nacque in Boemia e fu educato da Sant'Adalberto di Magdeburgo; fu ordinato vescovo di Praga (983) ma, scoraggiato per gli scarsi risultati delle sue fatiche, andò a Roma e si fece benedettino nell'abbazia dei SS. Bonifacio e Alessio sull'Aventino. Per due volte ritornò alla sua precedente missione, e per due volte dovette abbandonarla. Durante ciascuno di questi viaggi, comunque, predicò invece in Polonia, in Prussia, in Ungheria e persino in Russia con notevole successo: per questo è chiamato "l'Apostolo degli Slavi". Fu martirizzato dai prussiani presso Danzica (Gdansk) mentre predicava, fu subito venerato come martire. Ottone III costruì a Roma, nell'isola Tiberina, una chiesa in suo onore (oggi san Bartolomeo). Il reliquiario con il suo corpo si trova a Gniezno (PL), l'antica sede arcivescovile del Primate della Polonia.

MARTIROLOGIO

Sant'Adalberto (Vojtech), vescovo di Praga e martire, che affrontò molte difficoltà nella sua Chiesa e intraprese numerosi viaggi in nome di Cristo, adoperandosi con tutte le forze per estirpare i costumi pagani; accortosi però di trarre poco profitto, recatosi a Roma si fece monaco; giunto da ultimo in Polonia per portare alla fede i vicini Prussiani, nel villaggio di Tenkitten alle foci della Vistola fu trafitto con le lance da alcuni pagani.

Nota del messale

Adalberto (Libice nad Cidlinou, Repubblica Ceca, 956 ca. - Tenkitten, attuale Beregowoje, Russia, 23 aprile 997) fu eletto vescovo di Praga nel 983. Scoraggiato dalle resistenze alla sua azione pastorale da parte della popolazione e del clero, si ritirò a Roma, nel monastero dei santi Bonifacio e Alessio, sull’Aventino. Tornato a Praga, si dedicò all’attività missionaria, durante la quale venne ucciso da un gruppo di pagani. Le sue reliquie sono venerate a Gniezno e a Praga, dove furono portate nel 1039.

Dal Comune dei martiri: per un martire nel Tempo Pasquale o dal Comune dei pastori: per un vescovo.

Colletta propria

O Dio, che al vescovo sant’Adalberto, ardente di zelo per le anime, hai donato la corona del martirio, per sua intercessione concedi che non manchi ai pastori l’obbedienza del gregge, e al gregge la sollecitudine dei pastori. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

San Giorgio

Martire (Memoria facoltativa)

BIOGRAFIA

Memoria facoltativa nel Calendario generale. Morto intorno ai 300. Quasi tutti oggi concordano nel ritenere che San Giorgio sia stato un martire a Diospoli in Palestina. Tutte le leggende che si sono sviluppate intorno al suo nome possono essere tranquillamente considerate immaginarie, compresa la storia del drago, che pare aver avuto origine in Italia in un periodo relativamente recente. Le crociate diedero certamente un grande impulso al culto di San Giorgio nell'Occidente, benché egli vi fosse venerato già nel VII secolo. In Oriente é venerato come uno dei Quattordici Santi Ausiliatori ed è universalmente considerato un modello di cavalleria e un difensore delle donne. E riconosciuto santo patrono dell'Inghilterra, dell'Aragona, del Portogallo e della Germania e anche di Genova e di Venezia; è inoltre il protettore di Ferrara. La vita di San Giorgio è sempre stata fonte d'ispirazione per gli artisti. Nell'arte il santo è raffigurato un giovane in armatura, spesso a cavallo, e uccide o ha ucciso un drago; il suo scudo e lo stendardo della sua lancia recano una croce rossa su fondo bianco.

MARTIROLOGIO

San Giorgio, martire, la cui gloriosa lotta a Diospoli o Lidda in Palestina è celebrata da tutte le Chiese da Oriente a Occidente fin dall'antichità.

DAGLI SCRITTI...

Dai «Discorsi» di san Pier Damiani, vescovo
Invincibilmente premunito del vessillo della croce

La festa odierna, o carissimi, raddoppia la letizia della gloria pasquale e, come gemma preziosa, fa risplendere con la bellezza del suo splendore, l'oro in cui è incastonata.
Egli passò evidentemente dall'uno all'altro servizio militare. Cambiò l'ufficio di tributo con la milizia cristiana. Nei nuovi ranghi si comportò come valoroso soldato. Distribuendo tutto ai poveri si liberò prima di tutto del peso dei beni terreni, e così libero e sciolto e ricoperto della corazza della fede si gettò come ardimento guerriero di Cristo nel bel mezzo della mischia.
Con queste parole siamo edotti che non possono combattere fortemente e convenientemente coloro che temono ancora di spogliarsi dei beni della terra. Invece san Giorgio, acceso dal fuoco dello Spirito Santo e invincibilmente premunito del vessillo della croce, combatté contro il re dell'iniquità. Vinse il capo di tutti i malvagi nei suoi satelliti, ed infuse coraggio e valore nel cuore dei soldati di Cristo. Alla battaglia era presente, anche se invisibile, il generale supremo. E' lui, del resto, che per il suo piano particolare permette di infierire alla banda degli empi. E se consegnò nelle mani dei carnefici il suo martire, tuttavia ne custodì, difese e protesse validamente l'anima che si appoggiava sulla rocca inespugnabile della fede.
Carissimi fratelli, non ammiriamo soltanto questo combattente della milizia celeste, ma imitiamolo anche. Eleviamo il nostro spirito al premio della gloria celeste. Fissi ad esso nella contemplazione nulla potrà farci deviare né il sorriso allettante delle secuzioni, nè il fremere minaccioso delle persecuzioni.
Secondo il comando di Paolo purifichiamoci nel corpo e nello spirito. Un giorno così potremo entrare nel tempio della felicità, che ora contempliamo solo con lo sguardo della mente.
Inoltre chiunque cerca di consacrare se stesso a Dio nella tenda di Cristo che è la Chiesa, dopo che è stato lavato al fonte battesimale, deve indossare le vesti della virtù, come sta scritto: «I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia» (Sal 131, 9).
Colui che nasce uomo nuovo in Cristo nel battesimo, non indossi più la divisa della mortalità, ma deponga l'uomo vecchio, si rivesta del nuovo e viva in esso, tenendo un nuovo stile di condotta pura e santa. Soltanto così, cioè se purificati dallo squallore dell'antico peccato e fulgenti nello splendore della nuova esistenza, potremo celebrare degnamente il mistero pasquale ed imiteremo veramente l'esempio dei martiri.(Disc. 3 su san Giorgio; PL 144, 567-571).



Nota del messale

Giorgio, il cui sepolcro è a Lidda (attuale Lod, Israele), a partire almeno dal secolo IV venne onorato quale martire di Cristo. Questa antica tradizione di culto induce a riconoscere la storicità del personaggio, benché non si abbiano di lui informazioni sicure. Fu spesso raffigurato come un cavaliere che, sconfiggendo il drago, simboleggia il trionfo della fede sul male.

Dal Comune dei martiri: per un martire nel Tempo Pasquale.

Colletta propria

O Padre, magnificando la tua potenza noi ti supplichiamo: il martire san Giorgio, che imitò la passione del Signore, sia ora efficace sostegno alla nostra debolezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

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