Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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I Santi del giorno

Giovedì 28 ottobre 2004

Simone e Giuda

Apostoli (Festa)

BIOGRAFIA

Apostolo Simone

Simone e Giuda, i cui nomi sono accoppiati nel canone della messa, sono ricordati con un'unica festa. Può darsi che il motivo fosse un loro comune apostolato in Mesopotamia e in Persia, dove sarebbero stati inviati per predicare il Vangelo. Comunque non si sa niente di storicamente certo, all'infuori di ciò che ci è narrato nel Vangelo sulla loro vocazione.

Simone, che i vangeli chiamano il Cananeo per distinguerlo da Simon Pietro, era nativo di Cana in Galilea, soprannominato lo "Zelota". Secondo incerte notizie riferite dallo storico Eusebio, pare sia stato il successore di Giacomo sulla cattedra di Gerusalemme, negli anni della tragica distruzione della città santa. L'apostolo avrebbe subìto il martirio durante l'impero di Traiano, nel 107, alla bella età di centovent'anni.

Giuda, "non l'Iscariota" occupa l'ultimo posto nell'elenco degli apostoli, col soprannome di Taddeo, e viene identificato con l'autore della lettera canonica che porta il suo nome. Operò gran bene con la sua parola ispirata. Aprì chiese e formò una comunità di fedeli, in Babilonia. In Persia subì gloriosamente il martirio suggellando l'insegnamento con la profusione del sangue.

MARTIROLOGIO

Festa dei santi Simone e Giuda, Apostoli: il primo era soprannominato Cananeo o "Zelota", e l'altro, chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo, nell'ultima Cena interrogò il Signore sulla sua manifestazione ed egli gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

DAGLI SCRITTI...

Apostolo Giuda Taddeo

Dal "Commento sul vangelo di Giovanni" di san Cirillo d'Alessandria, vescovo
Nostro Signore Gesù Cristo stabilì le guide, i maestri del mondo e i dispensatori dei suoi divini misteri. Volle inoltre che essi risplendessero come luminari e rischiarassero non soltanto il paese dei Giudei, ma anche tutti gli altri che si trovano sotto il sole e tutti gli uomini che popolano la terra. Nostro Signore Gesù Cristo ha rivestito gli apostoli di una grande dignità a preferenza di tutti gli altri discepoli. I suoi apostoli furono le colonne e il fondamento della verità. Cristo afferma di aver dato loro la stessa missione che ebbe dal Padre. Mostrò così la grandezza dell'apostolato e la gloria incomparabile del loro ufficio.
Egli dunque pensava di dover mandare i suoi apostoli allo stesso modo con cui il Padre aveva mandato lui. Perciò era necessario che lo imitassero perfettamente e per questo conoscessero esattamente il mandato affidato al Figlio dal Padre. Ecco perché spiega molte volte la natura della sua missione. Una volta dice: Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori alla conversione (Mt 9, 13). Un'altra volta afferma: "Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato" (Gv 6, 38).
Riassumendo perciò in poche parole le norme dell'apostolato, dice di averli mandati come egli stesso fu mandato dal Padre, perché da ciò imparassero che il loro preciso compito era quello di chiamare i peccatori a penitenza, di guarire i malati sia di corpo che di spirito, di non cercare nell'amministrazione dei beni di Dio la propria volontà, ma quella di colui da cui sono stati inviati e di salvare il mondo con il suo genuino insegnamento. Fino a qual punto gli apostoli si siano sforzati di segnalarsi in tutto ciò, non sarà difficile conoscerlo se si leggeranno anche solo gli Atti degli Apostoli e gli scritti di san Paolo.



NOTA DAL MESSALE

Simone viene chiamato «lo zelota» (Lc 6, 15; At 1, 13) o, in aramaico, «il cananeo» (Mt 10, 4; Mc 3, 18) per la sua probabile appartenenza al gruppo degli zeloti, caratterizzati da un nazionalismo militante all’interno del giudaismo. Simone fa parte del gruppo dei Dodici, così come Giuda figlio di Giacomo (Lc 6, 16; At 1, 13; chiamato Taddeo in Mt 10, 3 e Mc 3, 18) il quale rivolge a Gesù la domanda: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gesù gli risponde che chiunque accoglie la sua parola diventa, egli stesso, dimora di Dio (cf. Gv 14, 22-23). La festa comune di questi due apostoli è ricordata il 28 ottobre nel Martirologio geronimiano (sec. V-VI).



 

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