Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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I Santi del giorno

Venerdì 01 agosto 2003

Sant'Alfonso Maria de' Liguori

Vescovo e Dottore della Chiesa (Memoria obbligatoria)

BIOGRAFIA

(Giovanni Gagliardi), Sant’Alfonso sul letto di morte, olio su tela, Roma, Casa Generalizia Missionari Redentoristi, fine sec. XIX.

Nacque a Napoli nel 1696. Laureatosi in diritto civile ed ecclesiastico si fece sacerdote e fondò la Congregazione del Santissimo Redentore. Attese alla predicazione per promuovere tra il popolo la vita cristiana e scrisse libri specialmente di teologia morale, della quale è ritenuto maestro. Eletto vescovo di Sant'Agata dei Goti, rinunziò poco dopo alla carica e morì nel 1787 presso i suoi a Nocera dei Pagani (Paganj) in Campania.

MARTIROLOGIO

Memoria di sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo e dottore della Chiesa, che rifulse per la sua premura per le anime, i suoi scritti, la sua parola e il suo esempio. Al fine di promuovere la vita cristiana nel popolo, si impegnò nella predicazione e scrisse libri, specialmente di morale, disciplina in cui è ritenuto un maestro, e, sia pure tra molti ostacoli, istituì la Congregazione del Santissimo Redentore per l'evangelizzazione dei semplici. Eletto vescovo di Sant'Agata dei Goti, si impegnò oltremodo in questo ministero, che dovette lasciare quindici anni più tardi per il sopraggiungere di gravi malattie. Passò, quindi, il resto della sua vita a Nocera dei Pagani in Campania, tra grandi sacrifici e difficoltà.

DAGLI SCRITTI...

Dalla "Pratica di amare Gesù Cristo" di sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo
Tutta la santità e la perfezione di un'anima consiste nell'amar Gesù Cristo nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore. La carità é quella che unisce e conserva tutte le virtù che rendono l'uomo perfetto. Forse Iddio non si merita tutto il nostro amore? Egli ci ha amati sin dall'eternità. "Uomo, dice il Signore, considera ch'io sono stato il primo ad amarti. Tu non eri ancora al mondo, il mondo neppure v'era ed io già t'amavo. Da che sono Dio, io t'amo". Vedendo Iddio che gli uomini si fan tirare dà benefici, volle per mezzo de' suoi doni cattivarli al suo amore. Disse pertanto: "Voglio tirare gli uomini ad amarmi con quei lacci con cui gli uomini si fanno tirare, cioé coi legami dell'amore" Tali appunto sono stati i doni fatti da Dio all'uomo. Egli dopo di averlo dotato di anima colle potenze a sua immagine, di memoria, intelletto e volontà, e di corpo fornito dei sensi, ha creato per lui il cielo e la terra e tante altre cose tute per amor dell'uomo; acciocché servano all'uomo, e l'uomo l'ami per gratitudine di tanti doni.
Ma Iddio non é stato contento di donarci tutte queste belle creature. Egli per cattivarsi tutto il nostro amore é giunto a donarci tutto se stesso. L'Eterno Padre é giunto a darci il suo medesimo ed unico Figlio. Vedendo che noi eravamo tutti morti e privi della sua grazia per causa del peccato, che fece? Per l'amor immenso, anzi, come scrive l'Apostolo, pel troppo amore che ci portava, mandò il Figlio diletto a soddisfare per noi, e così renderci quella vita che il peccato ci aveva tolta. E dandoci il Filgio (non perdonando al Figlio per perdonare a noi), insieme col Filgio ci ha donato ogn bene: la sua grazia, il suo amore e il paradiso; poiché tutti questi beni sono certamente minori del Filgio: "Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?" (Rm 8, 32).



Nota dal messale

Alfonso (Marianella, Napoli, 27 settembre 1696 - Pagani, Salerno, 1 agosto 1787), avvicinatosi in giovinezza all’Oratorio filippino e all’assistenza dei malati incurabili, lasciò la professione forense e fu ordinato presbitero. Predicò con stile semplice nei quartieri più poveri di Napoli e nelle comunità rurali, promovendo devozioni ricche di sentimento religioso. Per incrementare le missioni al popolo, fondò la Congregazione del Santissimo Redentore (Redentoristi). Vescovo di Sant’Agata dei Goti (Benevento), si dedicò particolarmente alla formazione del clero. Con i suoi numerosi scritti e con canti dalla dolce melodia popolare alimentò la spiritualità dei fedeli e contribuì a una equilibrata preparazione teologico-morale dei confessori.

Dal Comune dei pastori: per un vescovo o dal Comune dei dottori della Chiesa.

 

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