Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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I Santi del giorno

Martedì 19 settembre 2000

San Gennaro

Vescovo e Martire (Memoria facoltativa)

BIOGRAFIA

Gennaro, vescovo di Benevento, martire sotto Diocleziano (303-305), venne considerato – secondo la fonte più antica (sec. V) – «gloria della Chiesa di Napoli», anche in seguito alla traslazione delle sue reliquie nel capoluogo campano. Il fervoroso culto di cui fu subito circondato crebbe in seguito alla periodica liquefazione del sangue, registrata fin dal secolo XIV. È ricordato il 19 settembre nel Martirologio geronimiano (sec. V-VI).

MARTIROLOGIO

San Gennaro, vescovo di Benevento e martire, che in tempo di persecuzione contro la fede, a Pozzuoli vicino a Napoli subì il martirio per Cristo.

DAGLI SCRITTI...

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano

Da quando mi é stato posto sulle spalle questo peso, di cui dovrò rendere un non facile conto a Dio, sempre sono tormentato dalla preoccupazione per la mia dignità. La cosa più temibile nell'esercizio di questo incarico é il pericolo di preferire l'onore proprio alla salvezza altrui. Però, se da una parte mi spaventa ciò che io sono per voi, dall'altra mi consola il fatto che sono con voi. Per voi infatti io sono vescovo, con voi sono cristiano. Quello é nome di un mandato che ho ricevuto, questo é nome di grazia. Quello di pericolo, questo di salvezza. Veramente ci sentiamo come in un mare immenso e come sbattuti dalle tempeste, proprio a causa dell'incombenza pastorale affidataci. CI ricordiamo però a prezzo di quale sangue siamo stati redenti e, consolati da questo pensiero, entriamo come in un porto sicuro. Mentre ci affatichiamo nel lavoro apostolico ci conforta la certezza del beneficio comune che ne risulta. Assai di più mi consola il pensiero di essere stato redento con voi, che non il fatto di essere stato preposto a voi. Seguendo perciò il comando del Signore, cercherò di essere ancor più pienamente al vostro servizio, per non essere ingrato a quel riscatto che mi ha reso vostro fratello. Debbo infatti amare il Redentore, e so quello che ha detto a Pietro: «Pietro, mi ami? Pasci le mie pecorelle» (Gv 21, 17).
Questo disse una prima, una seconda, una terza volta. Prima veniva richiesto l'amore e poi imposto l'onere, perché dove maggiore é l'amore, minore é il peso della fatica. «Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?» (Sal 115, 12). Se dico di offrire al Signore il ministero di pascere le sue pecorelle, dico la verità. Lo faccio, infatti, «non io, ma la grazia di Dio che é con me» (1 Cor 15, 10). E allora come posso credere di essere uno che dà il contraccambio, se in tutto sono prevenuto da lui? Se amiamo disinteressamente e pascoliamo il gregge gratuitamente come possiamo esigere la ricompensa? Non sembrano inconciliabili le due cose: amore disinteressato e servizio gratuito con lo stipendio?
E tuttavia si conciliano. Infatti non si potrebbe esigere la ricompensa da colui che viene amato disinteressatamente, se, chi é amato, non costituisse lui stesso la ricompensa dell'amore. Se, infatti, in cambio del dono di averci redenti, gli rendiamo il servizio di pascolare le sue pecorelle, qual contraccambio potremmo ancora offrirgli per il fatto che ci ha costituiti pastori? Effettivamente cattivi pastori, che Dio non voglia, lo siamo per nostra colpa, mentre buoni pastori, che Dio lo voglia, non possiamo esserlo se non per sua grazia. Perciò, miei fratelli: «Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio» (2 Cor 6, 1). Rendete fruttuoso il nostro ministero. «Voi siete il campo di Dio» (1 Cor 3, 9). Dall'esterno ricevete chi pianta e chi irriga, dall'interno, invece, colui che fa crescere, Aiutateci con la vostra preghiera e la vostra obbedienza, perché troviamo la nostra gioia non tanto nell'essere vostri capi, quanto nell'esservi utili servitori.(Disc. 340, 1; PL 38, 1483-1484).



Colletta propria

O Dio, che ci concedi di venerare la memoria del santo martire Gennaro, fa’ che partecipiamo con lui alla beatitudine eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Dal Comune dei martiri: per un martire o dal Comune dei pastori: per un vescovo.

 

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