Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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I Santi del giorno

Sabato 29 aprile 2000

Santa Caterina da Siena

Vergine e Dottore della Chiesa (Festa) - Patronato: Patrona d'Europa

BIOGRAFIA

Santa Caterina Sienense

Nata a Siena nel 1347, sospinta dall'ansia di perfezione, ancora adolescente, entrò tra le Mantellate di san Domenico. Accesa dall'amore di Dio e del prossimo, promosse la pace e la concordia tra le città italiane. Difese i diritti e la libertà del Pontefice Romano, e si prodigò per ristabilire la vita religiosa. Dettò opere dense di dottrina sicura e pervase da afflato spirituale. Morì nel 1380. Fu proclamata Patrona d'Italia da Pio XII il 18 giugno 1939 e Patrona d'Europa nel 1999 da Giovanni Paolo II .

MARTIROLOGIO

Festa di Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, che, preso l'abito delle Suore della Penitenza di San Domenico, si sforzò di conoscere Dio in se stessa e se stessa in Dio e di rendersi conforme a Cristo crocifisso; lottò con forza e senza sosta per la pace, per il ritorno del Romano Pontefice nell'Urbe e per il ripristino dell'unità della Chiesa, lasciando pure celebri scritti della sua straordinaria dottrina spirituale.

DAGLI SCRITTI...

Dal "Dialogo della Divina Provvidenza" di santa Caterina da Siena, vergine
O Deità eterna, o eterna Trinità, che, per l'unione con la divina natura, hai fatto tanto valere il sangue dell'Unigenito Figlio! Tu. Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l'anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce.
Io ho gusto e veduto con la luce dell'intelletto nella tua luce il tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura. Per questo, vedendo me in te, ho visto che sono tua immagine per quella intelligenza che mi vien donata della tua potenza, o Padre eterno, e della tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio. Lo Spirito Santo poi, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti.
Tu infatti, Trinità eterna, sei creatore ed io creatura; ed ho conosciuto perché tu me ne hai data l'intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del Figlio che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura.
O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell'anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza, e illumini le menti con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la tua verità.
Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d'amore ti sei dato agli uomini.
Tu vestimento che ricopre ogni mia nudità. Tu cibo che pasci gli affamati con la tua dolcezza. Tu sei dolce senza alcuna amarezza. O Trinità eterna!
(Cap. 167, Ringraziamento alla Trinità; libero adattamento; cfr. ed. I. Taurisano, Firenze, 1928, II pp. 586-588)



Nota del messale

Caterina (Siena, 1347 - Roma, 29 aprile 1380) si dedicò, giovanissima, alla preghiera e alla penitenza presso la propria abitazione; in seguito venne ammessa tra le «mantellate» del Terz’Ordine domenicano. Svolse un’intensa azione pubblica, sia come operatrice di pace in una società dilaniata da contese, sia come sostenitrice franca e appassionata della riforma della Chiesa. Favorì il ritorno del papa da Avignone e operò per il superamento del grande scisma insorto, subito dopo, nella sede romana e in tutto l’Occidente. Compose scritti densi di contenuti teologici e incisivi nel linguaggio, tra i quali il Dialogo della divina Provvidenza. Fu proclamata patrona d’Italia nel 1939 e d’Europa nel 1999.

“L'EXULTET” DI CRISTO IN CROCE.

E’ così che Cristo sulla croce emettendo un potente grido di morte, in realtà canta il suo “exultet” di vita. “E dopo ricevuto l’aceto, Gesù disse: Tutto è compiuto! E chinato il capo spirò” (Gv 19,30).
E’ il compimento. Lo spirito di pace che ne deriva viene comunicato agli uomini. Odi grande pazienza! che non ragguarda all’ingiurie che gli sono fatte in su la Croce; ode il grido dei Giudei, che dall’uno lato gridano crucifige, e dall’altro, che egli discenda dalla croce, e gli grida: “Padre, perdona”. E non si muove punto, perchè dicano che egli discenda, ma persevera infino all’ultimo: e con grande letizia gridò, e disse”Consummatum est!” E poniamochè ella paresse parola di tristizia, ella era di letizia… (L. n.101)
Cristo aveva tanto desiderato la nostra salvezza, che egli esulta nel compimento della sua missione. La vera pace coincide con la gioia del Servitore. E’ imparando da lui che si emette questo suono di vita, un suono che piace a Dio, una lode a Dio, in suo onore e per la salvezza dell’umanità. Questo suono è irresistibile a Dio e agli altri uomini. (Santa Caterina da Siena).

 

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