preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Leggiamo oggi soltanto alcuni versetti del vangelo di Luca. Vengono nominate, oltre i Dodici, alcune donne che seguono Gesù e lo assistono con i loro beni. Alcune di esse erano state particolarmente beneficate dal Signore: «Erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni». Non è una semplice notizia: quelle donne sono le prime di una schiera che ha la sua continuità fino ai nostri giorni. Molte vocazioni sgorgano ancora da profonde conversioni e i primi, le prime a saper parlare dell'amore di Cristo sono proprio loro che l'hanno sperimentato di persona e con una intensità particolare. Talvolta, dopo aver percorso i sentieri del male, dopo la gioia ritrovata nel perdono, molti, molte sentono l'urgenza di ricambiare tanto dono con una offerta totale della propria vita, mettendosi a completo ed esclusivo servizio del Signore, soccorrendolo ancora negli ultimi e nei sofferenti di oggi, nei quali scorgono il volto stesso del Cristo. I consacrati e le consacrate di oggi, rispondendo ad una chiamata speciale, si offrono anima e corpo per tutta la vita al Signore e sulla scia dei loro fondatori, con un carisma proprio che caratterizza e differenzia i diversi istituti, ordini e congregazioni, si mettono a completo ed esclusivo servizio di Dio. Ne affermano il primato assoluto e ne testimoniano l'indefettibile fedeltà. Esprimono in modo eminente il compito caritativo e missionario della Chiesa. Esaltano, anche in un mondo distratto e distolto dalle cose del mondo, il primato della preghiera, vissuta come via privilegiata per attuare una crescente comunione con Cristo. Il loro silenzio, anche di quelle religiose, che il mondo più difficilmente conosce ed apprezza, è solo apparente e anche il loro distacco talvolta totale da ogni consorzio umano, è abbondantemente colmato dall'amore che diventa preghiera, offerta, sacrificio di lode al Signore. Sono queste ai nostri giorni, le «assistenti» di Gesù.
Un anziano disse: «Lo sforzo e la sollecitudine di non peccare hanno un solo scopo: non scacciare dalla nostra anima Dio che vi abita».
LA SCOMUNICA PER LE COLPE Se un fratello si mostra ribelle o disobbediente o superbo o mormoratore o contrario a qualche punto della santa Regola e alle disposizioni degli anziani, e per di più anche sprezzante, costui sia ammonito in segreto dai suoi superiori una prima e una seconda volta, secondo il comandamento di nostro Signore (cf. Mt 18,15-17). Se non si corregge, sia ripreso pubblicamente davanti a tutti. Se neppure così si sarà emendato, sia sottoposto alla pena della scomunica, se è capace di comprenderne la portata; se invece non è sensibile ad essa, sia punito con un castigo corporale.
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