preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
"La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore". Così leggiamo nella lettera agli Ebrei. La parola di Dio è viva, efficace, tagliente e penetrante. Occorre quindi avere ben chiaro in mente queste prerogative quando ci accingiamo a leggerla in modo sapienziale. Deve calarsi dentro di noi e prendere stabile dimora in noi. La parola ci informa e ci conforma a Colui che ce l'ha donata. Deve però trovare un cuore puro ed un animo accogliente. Deve esserci di guida la ferma convinzione che il Signore ci sta parlando personalmente come se quelle parole uscissero per la prima volta dalla sua bocca ed elusivamente per ciascuno di noi nel momento in cui l'accogliamo. Gesù così fa la sua "lectio divina" nella sinagoga di Nàzaret. Legge dal capitolo sesto del Profeta Isaia e dice: "Oggi si è adempiuta questa scrittura". Davvero lo Spirito del Signore si è posato sul Cristo, è stato concepito nel seno verginale di Maria per opera dello stesso Spirito. Egli è l'inviato del Padre. Deve adempiere una missione speciale, deve liberarci dai mali che ci affliggono ed operare la redenzione. Appare evidente il contrasto con chi non sa leggere la scrittura. Per questi Gesù è il figlio del falegname! Alle parola di grazia seguono le chiacchiere insulse. Deve allora il Signore scandire un meritato rimprovero: i segni della grazia giungono soltanto a coloro che li sanno accogliere con fede. Il rifiuto del Cristo e addirittura l'avversione contro Lui spesso passa attraverso il non-ascolto della sua Parola. Quanto è importante per ogni cristiano stabilire una vera, intima comunione con il Signore, non solo mediante il sacramento della santa Eucaristia, ma anche per mezzo della Parola.
«La cella del monaco è la fornace di Babilonia, dove i tre fanciulli trovarono il Figlio di Dio; e la colonna di nube, da cui Dio parlò a Mosè».
La cella è il sinonimo della preghiera, perché è il luogo dove, nel segreto e nella verità, ci collochiamo davanti al Padre. E quando la preghiera è luce e fuoco, allora la cella diventa una fornace ardente e il luogo dove si manifesta la nube luminosa.
COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE La domenica alle Lodi mattutine si dica prima il salmo 66, senza antifona, di seguito;poi il salmo 50, cantato con l'Alleluia; dopo di esso il 117 e il 62; quindi il cantico Benedicite (Dn 3,57-88) e le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apocalisse a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.
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