Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 01 agosto 2024

Cose nuove e cose antiche.

Le parabole, lette in questi ultimi giorni, non solo sono molto conosciute, certamente ognuno di noi le ha già lette o sentite. Tuttavia, la parola di Dio ha sempre nuovi spunti di riflessione e ciò che si potrebbe mettere in evidenza quest'oggi è che il cristiano ha il dovere di conoscere e saper interpretare l'Antico Testamento. È sbagliato l'atteggiamento di chi, convinto di essere detentore della verità, ha una sorta di preclusione nei riguardi della Prima Alleanza, la quale ha sì trovato un suo compimento in Gesù Cristo, ma mantiene tutta la sua forza e grandezza. Un esempio chiaro di ciò lo si potrebbe desumere dalla prima lettura, in cui è presentato Geremìa, la cui vita e le cui azioni divengono simbolo di ciò che Dio vuole comunicare all'uomo. Non è un debito di riconoscenza per aver preparato la venuta del Messia che noi abbiamo verso questa parte della Bibbia, ma è una vera e propria dipendenza di contenuti, di simboli e di figure. Il nostro fondamento cristiano risiede lì. Ogni qualvolta celebriamo l'Eucarestia, ad esempio, dovremmo avere ben presente che le parole della consacrazione non sono altro che la stipulazione di un alleanza la cui formula risiede e si comprende solo alla luce dei riti di alleanza veterotestamentari (Il mio corpo per te; Tu per me e io per te). Saper discernere e amalgamare cose nuove e cose antiche fa parte di una sapienza che al cristiano non deve mancare!


Apoftegmi - Detti dei Padri

O uomo, non giudicare le azioni di tutti gli uomini dalla tua propria situazione, e non pesare la loro condotta con la bilancia della tua debolezza. Se desideri, inizia con la speranza, e sarai aiutato. Non essere incredulo per non essere abbandonato anche da colui che in te semina queste cose.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Non soddisfare i desideri della carne. Odiare la propria volontà. Obbedire in tutto ai comandi dell'abate, anche se egli - che Dio non voglia! - agisse diversamente, memori di quel precetto del Signore: «Fate quello che dicono, ma non fate quello che fanno» (Mt 23,3). Non voler esser ritenuto santo prima di esserlo, ma prima esserlo perché lo si possa dire con più verità. Adempiere ogni giorno con i fatti i comandamenti di Dio. Amare la castità.


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