preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Sia il vostro parlare si, si; no ,no; il più viene dal maligno. Ecco che oggi Gesù ci esorta a dire sempre la verità ed essere sempre schietti e sinceri. La nostra vita dovrebbe essere di esempio per tutti; i nostri comportamenti sempre limpidi e trasparenti, tanto da far bastare la nostra parola. La nostra stessa vita deve essere testimone e garante delle nostre affermazioni. In questo senso anche i giuramenti sono inutili; Gesù però nel brano che ci propone va oltre. La nostra realtà di creature – di fronte ad un unico e misericordioso Creatore - ci dovrebbe far desistere dal giurare. L’assumere la verità come norma della nostra vita ci fa pensare anche all’evangelista San Giovanni che ci propone Gesù stesso come la Verità. Siamo invitati, con il controllo delle parole, ad avere un atteggiamento positivo verso la vita, realizzabile solo con la fede. La fede si incarna, quindi, in Gesù stesso; nel nostro parlare si deve riconoscere la Sua opera ed il Suo insegnamento.
Un fratello disse al padre: "Perché non riesco essere libero nel dire al padre spirituale i miei pensieri?". Rispose a lui l'anziano: "il padre Giovanni Nano disse di sforzarsi perché di nulla il nemico gode tanto come di chi non manifesta i suoi pensieri".
L'ELEZIONE DELL'ABATE Seguendo quindi questi e altri esempi di discrezione, madre di tutte le virtù, egli regoli ogni cosa in modo che i forti desiderino fare di più e i deboli non si scoraggino E soprattutto osservi questa Regola in ogni suo punto, affinché, dopo aver bene amministrato, possa sentire dal Signore, come il buon servo che aveva distribuito il frumento ai suoi compagni a tempo opportuno: «In verità vi dico - afferma - gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni» (Mt 24,47).
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