preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù, nel Cenacolo, la notte prima del suo tradimento, si intrattiene con i suoi apostoli. È il momento migliore per condividere con loro il suo testamento spirituale. Troviamo in questi capitoli del vangelo di San Giovanni esortazioni, insegnamenti, profezie per il futuro, preghiere al Padre di intensità e spessore non umano ma da Figlio di Dio. Gesù chiede ai suoi apostoli l'amore; è il comandamento ultimo e più importante. Rassicura con il dono dello Spirito Santo, che può rafforzare un percorso di fede, che è provato da difficoltà di ogni tipo. Affida la vita dei suoi apostoli, dei credenti e di tutto il mondo nelle mani del Padre. Tutto questo ruota attorno a ciò che si sta per compiere: la sua Passione e Resurrezione. Gesù sa che sta per affrontare il momento più difficile e non solo per la sua vicenda umana. Sarà una prova terribile per i suoi discepoli. Sarà lo spartiacque che porterà non solo alla fede vera ma proprio a comprendere tutti quegli insegnamenti che sembravano così oscuri. Il Mistero Pasquale è al centro di tutta l'esperienza degli apostoli. Gesù vuole far comprendere che quello che succederà sarà la conseguenze dell'odio e dell'egoismo umano ma ha una radice ben più profonda. È il piano di amore di Dio che si realizza. Comprendere questo significa comprendere un mistero infinito. È il messaggio fondamento del lieto annuncio. Il Regno di Dio è un regno di amore che si realizza con la donazione di Cristo sulla Croce e si fa presente con la sua Resurrezione. La vita nei sacramenti è la nostra partecipazione al mistero pasquale. Chiediamo a Gesù che ciò si realizzi come atto di amore nella donazione più gratuita e sincera.
Disse ancora l'Abba Macario: Se volendo rimproverare qualcuno sei indotto alla collera, soddisfi una tua passione; non perdere te stesso per salvare un altro.
IL LAVORO MANUALE QUOTIDIANO In giorno di domenica tutti si dedichino alla lectio, eccetto chi è occupato nei vari servizi. Se poi un fratello è così svogliato e indolente che non voglia o non possa studiare o leggere, gli si dia qualcosa da fare, perché non rimanga in ozio. Ai fratelli infermi o di gracile costituzione si assegni un lavoro o un mestiere tale che non li faccia stare in ozio, ma allo stesso tempo non li opprima con l'eccessiva fatica costringendoli a rinunciarvi; la loro debolezza deve essere tenuta in considerazione dall'abate.
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