preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
"Ascoltate la mia voce. Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo". Con questa invocazione Geremia invita all'ascolto. Ma la sordità di Israele alla voce di Dio, già udita sul monte Sinai, è un rimprovero ripetuto: "La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca". L'ingratitudine è palese; neppure i profeti sono stati ascoltati. Lo stesso profeta rimane tuttavia fedele alla sua missione, pur essendo deluso da tale rifiuto e dalla mancanza di coerenza nell'impegno. Ecco allora il salmo che ci sprona: "Ascoltate oggi la voce del Signore, non indurite il vostro cuore". La Quaresima ci provoca a ricordare i benefici ricevuti da Dio e a comportarci di conseguenza. Il testo del Vangelo di Luca invece è centrato sulla vigilanza necessaria per resistere al male. Due atteggiamenti incompatibili si oppongono: o con il demonio, o con Cristo. Se Gesù compie miracoli e, in concreto, se libera gli indemoniati, non può essere accusato di complicità con il diavolo. Dio agisce in Gesù: "se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio". Il "dito di Dio", secondo la spiegazione dei Padri, significa lo Spirito santo. Si inizia una epoca nuova, segnata dalla libertà, e impegnata nell'annunzio della salvezza. "Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde". Con Dio non è possibile una fedeltà intermittente o parziale; l'assoluto è un valore decisivo che si ricerca in modo continuativo. Questo tempo particolare nella Chiesa ci provoca a scegliere decisamente la parte di Dio, per ispirazione dello Spirito santo e a rispondere ogni giorno alla sua chiamata.
Pregare per gli altri «Un fratello fece visita ad un anziano che aveva il dono del discernimento e lo supplicò con queste parole: "Prega per me, padre, perché sono debole". L'anziano gli rispose: "Uno dei padri una volta ha detto che chi prende dell'olio in mano per ungere un malato, trae giovamento lui per primo, dall'unzione fatta con le sue mani. Così chi prega per un fratello che soffre, prima ancora che questi ne tragga giovamento, lui stesso ha la sua parte di guadagno, a causa del suo intento di amore. Fratello mio, preghiamo dunque gli uni per gli altri, per essere guariti, perché Dio stesso ce lo ha ordinato attraverso l'apostolo"».
IN QUALI TEMPI SI DICE L'ALLELUIA Dalla santa Pasqua fino a Pentecoste si dica sempre l'Alleluia sia nei salmi che nei responsori; da Pentecoste invece fino all'inizio della Quaresima lo si dica ogni notte soltanto con gli ultimi sei salmi dell'Ufficio notturno. Ogni domenica poi fuori del tempo quaresimale i cantici dell'Ufficio notturno, le Lodi, Prima, Terza, Sesta e Nona si dicano con l'Alleluia; ai Vespri invece non si dica. Ma i responsori non si dicano con l'Alleluia se non da Pasqua a Pentecoste.
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