preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Un breve brano. In poche righe abbiamo però molti elementi, molti insegnamenti e spunti per la riflessione. Consideriamo la dinamica della scena e i personaggi. Gesù seduto al centro; è al centro della scena, è Lui che determina il suo svolgersi. Attorno i suoi discepoli, che sentono la sua Parola, e fuori i familiari che lo cercano, trepidanti. Lo sguardo di Gesù che gira intorno e si posa sui suoi discepoli; per tutti vi è però una esortazione a compiere un percorso di fede; la stessa fede che è vissuta in modo diverso. Per tutti un insegnamento a percorrere la propria via della fede. Per i discepoli che gli sono intorno e vogliono imparare da Lui e per chi è fuori ed ha qualcosa che non gli permette di entrare. Per gli uni un insegnamento, per gli altri un invito. Gesù non rifiuta le sue origini; nelle sue parole e nei suoi gesti non vi è mai il rifiuto della sua origine umana ma vi è una consapevolezza più profonda. Il suo invito, per tutti, è di non lasciarsi troppo coinvolgere dai soli affetti terreni, di non limitare il proprio agire alla sola temporalità e nelle relazioni terrene. Gesù ci invita oggi a nuove relazioni, ci invita a porre il nostro sguardo su di Lui e in Lui riconoscere il valore e il fondamento dei nostri affetti, porre Lui stesso al centro della nostra vita. È un brano che dimostra ancora come l'invito di Gesù sia per una relazione nuova e coinvolgente e che determina la nostra vita. La fede deve essere vissuta nel nostro concreto. Le parole di Gesù dimostrano la consapevolezza, anche umana, di un Suo rapporto, unico, con il Padre. Noi, infatti, possiamo aspirare ad essere suo fratello, sorella e madre ma non padre; non possiamo sostituirci nel rapporto che lega il Figlio al Padre, neanche nella sua componente terrena. Non un rapporto esclusivo, ma inclusivo al quale tutti siamo chiamati a partecipare in Cristo: Egli stesso oggi ci indica la via.
Allontànati dal mondo intero con il corpo, e unisciti al mondo intero con il cuore.
CONVOCAZIONE DEI FRATELLI A CONSIGLIO Ogni volta che in monastero si devono trattare questioni di particolare importanza, l'abate convochi tutta la comunità ed esponga lui stesso di che si tratta. Dopo aver sentito il parere dei fratelli, consideri la cosa tra sé e poi faccia quello che gli sarà parso più utile. Ma abbiamo voluto che tutti siano chiamati a consiglio, perché spesso è al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore.
Però i fratelli esprimano il loro parere con tutta la sottomissione che l'umiltà ispira, senza presumere di sostenere ostinatamente il proprio punto di vista; la decisione invece dipenda dal giudizio dell'abate, in modo che tutti si attengano a ciò che egli avrà ritenuto più opportuno. Tuttavia, se è doveroso per i discepoli obbedire al maestro, è altrettanto conveniente che egli disponga tutto con prudenza e giustizia.
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