preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
«Gesù è Colui che è venuto ad innalzare il calice della salvezza ed adempiere i voti davanti al Signore e al suo popolo. E chiede a ciascuno di noi conversione e fede». Se ieri l'evangelista ci ha parlato del battesimo del Signore, dove il Padre lo ha proclamato suo Figlio prediletto, oggi egli ci invita alla conversione e alla fede per accogliere quel Figlio di Dio, il suo regno di Dio. Egli è la parola vivente del Padre, il vangelo della vita. Dio ha ascoltato il grido del suo popolo. Egli ha risposto mediante il suo Figlio che offrirà il sacrificio di ringraziamento e adempirà i voti davanti al Signore e al suo popolo. Egli è la parola del Padre che chiede di cambiare vita e accettarlo. La sua presenza ci richiede un cambiamento profondo cioè la conversione e la fede. Convertirsi e credere al vangelo, ecco il vero significato di essere discepolo di Cristo. L'obbedienza della fede ci rende discepoli di Cristo come Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni. Ma anche santi odierni, hanno testimoniato la loro fede chi in un modo e chi in un altro. Quanti martiri anche ai giorni nostri... Oggi, ad esempio il martirologio romano ricorda San Giuliano che testimoniò la sua fede accentando di subire il martirio. Egli ha predicato il vangelo con la vita cioè ha praticato la carità con lo zelo alla cura e all'assistenza degli uomini. I santi Basilissa e Giuliano erano sposi esemplari e vivevano nell'esercizio delle virtù. Sant'Adriano, abate, si dedicò all'educazione dei monaci ed insegnava le Scritture e la teologia ciò perché Cristo sia conosciuto, creduto ad accolto. Faceva tutto per infondere in loro lo zelo per le virtù e lo spirito del cristianesimo. Tutti questi santi hanno capito che la conversione rende leggero e attento e la fede rende pronti gli orecchi ad ascoltare e il cuore ad accogliere l'invito, del vangelo per vivere e camminare secondo questo stesso vangelo. Seguire Cristo richiede di lasciare tutto quello che si fa per essere con lui e vivere in piena amicizia con lui. Ciò implica la fedeltà nel nostro essere cristiani con Cristo, cioè discepoli che adempiono i voti pronunzianti al Signore, quel cioè vivere le nostre promesse battesimali.
«Un uomo attraversò terre e mari per verificare di persona la fama straordinaria di un grande maestro. "Che miracoli ha operato il vostro maestro?", chiese a un discepolo. Egli rispose: "C'è miracolo e mi-racolo. Nel tuo paese è considerato un miracolo che Dio faccia la volontà di qualcuno. Da noi, invece, è considerato un miracolo che qualcuno faccia la volontà di Dio"».
PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO Perciò dobbiamo disporre anima e corpo a militare nella santa obbedienza ai suoi precetti. E per quello che non è possibile alla nostra natura, chiediamo a Dio che si degni offrirci l'aiuto della sua grazia. E se vogliamo evitare le pene dell'inferno e giungere alla vita eterna, finché ci è ancora permesso mentre siamo in questo corpo (2 Cor 5,6) e abbiamo la possibilità di compiere tutto ciò durante questa vita di luce, corriamo e operiamo adesso quel che ci può essere utile per l'eternità.
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