preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù, dopo il secondo annuncio della passione, che vede gli apostoli molto rattristati (cf v. 23), per non dare scandalo (cioè per non creare ostacolo alla fede di tanti), si assoggetta al pagamento della tassa del tempio, prendendo però il denaro dalla bocca di un pesce appena pescato. Un episodio molto enigmatico, che trova l’unica ragione d’essere in una fede che non chiede e non vuole privilegi. Poiché, come mostra la prima lettura, l’unico privilegio del credente è quello della salvezza che ha conseguito gratuitamente. Il passo del libro del Deuteronomio è sintomatico nell’indicare la realtà della fede come un dono che non riguarda soltanto la modalità cultuale, ma si estende ai rapporti sociali, alla vita concreta. Non solo, ma l’oggetto della lode di Israele è capace di compiere cose portentose e inimmaginabili per chi lo teme e si sottomette a lui. Chi crede, quindi, ha sì una sicurezza che gli viene da Dio, ma ha anche una grande responsabilità verso tutti gli uomini e il creato, e soprattutto nei confronti delle categorie più deboli, quali l’orfano, la vedova, il forestiero. E qui noi potremmo sostituire tutte le “razze umane” che ci sono particolarmente antipatiche e vedere se messi di fronte ad una situazione di comprensione e di compassione del prossimo sappiamo reagire con forza cristiana. Potrebbe rivelarsi un buon metodo per verificare la nostra fede e vedere quanto ci sentiamo perbene e giustificati per il fatto di essere bravi cristiani osservanti e timorati.
«Gli anziani dicevano: "Ad ogni pensiero che ti assale chiedi: "Sei dei nostri o vieni dall'Avversario?". Te lo dirà certamente!"».
L'UMILTÀ Quanto poi alla volontà propria, dalla Scrittura ci viene proibito di compierla quando dice: «Non seguire le tue voglie» (Sir 18,30); e similmente nel Padre Nostro preghiamo Dio che si faccia in noi la sua volontà. A ragione dunque ci viene insegnato di non compiere la nostra volontà, se evitiamo l'inganno di cui parla la Scrittura santa quando dice: «Ci sono delle vie che all'uomo sembrano diritte, ma che invece sboccano nel profondo dell'inferno» (Pr 16,25); e similmente ci guardiamo da ciò che si dice dei negligenti: «Sono corrotti e sono diventati abominevoli nelle loro voglie» (Sal 13,1 Volg.). Quanto infine ai desideri della carne, crediamo ugualmente che Dio ci è sempre presente, secondo ciò che dice il profeta: «Signore, davanti a te è ogni mio desiderio» (Sal 37,10). Guardiamoci dunque dai cattivi desideri, perché la morte è posta sulla soglia del piacere; perciò la Scrittura raccomanda: «Non andar dietro alle tue concupiscenze» (Sir 28,30).
home | commento | letture | santi | servizi | archivio | ricerca | F.A.Q. | mappa del sito | indice santi | preghiere | newsletter | PDA | WAP | info