preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Dopo il tempo pasquale e la Domenica di Pentecoste, torniamo al tempo ordinario... E subito ritroviamo colei che, con gli Apostoli nel cenacolo, attese i doni dello Spirito. La memoria permette però di adoperare le letture del giorno che preferiamo perché, alla ripresa dell'ordinario, sentiamo un vangelo quasi da programma... Sentiamo l'evangelista Marco. L'invito che Gesù rivolge al giovane che chiede: - Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?, è rivolto anche a noi tutti. Già nella prima lettura il Siràcide ci richiama alla nostra povertà mettendo a confronto la vita dell'uomo con le realtà più grandi che pure sono effimere. Siamo solo polvere e cenere. Dinanzi a questa realtà umana si fa strada un'altra realtà che è quella che il giovane sente nel suo cuore come un anelito insopprimibile: Quella della vita eterna! Esiste allora un'altra vita per la cui conquista vale la pena lasciare tutto, anche le cose alle quali possiamo essere più affezionati. Purtroppo il giovane, che pure si presentava così ben disposto, alla proposta di Gesù oppone un rifiuto silenzioso: Se ne va afflitto perché aveva molti beni... Quale pericolo corriamo tutti noi! Non bastano le buone intenzioni per rapire il regno di Dio, occorre farsi violenza. Ci aiuti la Madonna Santissima, lei oggi ci insegna la vera sequela, del Figlio suo sì, ma, da discepola perfetta, il Figlio di Dio e Suo maestro.
Il padre Dula diceva: "Tronca molte relazioni, perché il tuo spirito non venga assediato da una guerra che lo distrugga e turbi l'unione con Dio".
I FIGLI DEI NOBILI E DEI POVERI Quanto poi alle sue sostanze, promettano sotto giuramento nella carta di petizione che né per sé né per mezzo di un loro rappresentante né in qualunque altro modo gli daranno mai alcuna cosa e neppure occasione di averla; oppure, se non vogliono fare così ma intendono offrire qualcosa in elemosina al monastero quale compenso, facciano regolare donazione dei beni che desiderano dare, riservandosene eventualmente l'usufrutto. E così siano precluse tutte le vie per cui al fanciullo non rimanga alcuna illusione, ingannato dalla quale egli possa - non sia mai! - perdersi: cosa che purtroppo abbiamo appreso per esperienza. Allo stesso modo facciano i genitori meno ricchi. Quelli poi che non hanno proprio nulla stendano semplicemente la petizione e offrano, davanti a testimoni, il proprio figlio insieme all'oblazione della Messa.
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