preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Anche tra gli scribi, nemici dichiarati del Cristo, si trova qualcuno che, con fiducia, ne riconosce invece l'autorità e la sapienza. Uno di loro si rivolge con sincerità al Signore per interrogarlo su qualcosa, che evidentemente gli stava particolarmente a cuore. Come esperto della scrittura sacra, egli conosceva le leggi, ne aveva individuato il valore, ma forse gli riusciva difficile districarsi in quel labirinto, che nel corso dei tempi, fino ai suoi giorni, si era venuto formando, fino a rendere davvero difficoltoso stabilirne una ragionevole gerarchia. È pertinente perciò la domanda ed è ancora attuale per molti di noi: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Ci piace andare all'essenziale e conoscerlo con sicurezza. Gesù risponde citando il Deuteronomio: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». È da sottolineare proprio l'inizio del grande comandamento: «Ascolta!» è il punto indispensabile di partenza per comprendere e mettere in pratica tutto il resto. L'ascolto è l'apertura del cuore, la disponibilità ad accogliere, la voglia di conoscere la verità da una fonte sicura. Oggi viviamo nel frastuono e nei rumori, che rischiano di assordarci le orecchie e il cuore. Abbiamo urgente bisogno di silenzio per ascoltare il Dio che ci parla, ma anche per recuperare il dialogo con Lui e tra d noi. Sembra esagerato affermare che stiamo mortificando l'amore a Dio e al nostro prossimo proprio perché una forma cronica di sordità e di conseguente mutismo ci chiude nella peggiore solitudine e in un avvilente egoismo. È una vera e propria aggressione da cui dobbiamo imparare a difenderci, recuperando spazi di silenzio e una rinnovata attenzione a Colui che con infinito amore, vuole dialogare con noi per ridarci il suo amore e renderci a nostra volta capaci di amore.
Diceva l'abate Mios: «Obbedienza per obbedienza. Se uno obbedisce a Dio, Dio gli obbedisce».
ATTEGGIAMENTO DURANTE L'UFFICIO DIVINO Noi crediamo che Dio è presente dappertutto e che gli occhi del Signore scrutano in ogni luogo buoni e cattivi (Pr 15,3); ma crediamolo soprattutto senza alcun dubbio quando prendiamo parte all'Opera di Dio. Perciò richiamiamo continuamente alla memoria quanto dice il profeta: «Servite il Signore con timore» (Sal 2,11); e ancora: «Cantate inni con arte» (Sal 46,8); e: «A te voglio cantare davanti agli angeli» (Sal 137,1). Consideriamo dunque quale deve essere il nostro atteggiamento alla presenza di Dio e dei suoi angeli e salmodiamo in modo tale che il nostro spirito concordi con la nostra voce.
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