preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù amava pregare e parlare con il Padre. Per questo spesso si isolava, e ogni tanto invitava anche qualcuno dei suoi Apostoli a fargli compagnia e a pregare assieme con Lui, come leggiamo nel Vangelo di oggi (Mt 17, 1-9): “Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte”, sul monte Tabor. Questo fatto lo contempliamo anche nel quarto mistero della luce, ogni giovedì, nel Santo Rosario. Ecco, oggi Gesù invita anche ognuno di noi ad accompagnarlo sul monte; e lassù contempliamo Gesù che, mentre prega, s’illumina tutto di una luce misteriosa, sovrumana, bellissima, una luce che gli viene da dentro se stesso, dato che Egli è vero Figlio di Dio, e Luce del mondo: “Fu trasfigurato davanti a loro: il suo Volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”. E’ una visione di Paradiso che incanta l’anima, e dona pace: ci lascia come bambini estasiati, davanti alla Gloria di Dio. Infatti la preghiera, se fatta con il cuore, ci trasfigura e ci riempie di pace e di luce divina: il volto degli uomini e delle donne di preghiera brilla sempre di una luce particolare, serena, mite, bella, sorridente. Chi prega veramente con il cuore è una persona pienamente realizzata, appagata, soddisfatta. E diventa sempre ad immagine e somiglianza di Gesù, che è “il più bello tra i figli degli uomini”. Egli è la Fonte stessa della bellezza, quella vera, quella immarcescibile ed eterna: Egli è il Figlio di Dio in persona, e noi lo saremo, e sempre più, assieme con Lui! Oggi dunque gustiamoci questo bellissimo Mistero della Luce: facciamo riposare l’anima nostra che contempla ed ammira con gioia la gloriosa Trasfigurazione di Gesù sul monte mentre Egli parla, cuore a cuore, con Dio, suo Padre, che è anche Padre nostro amabilissimo. Anche Mosè, il Condottiero del popolo di Dio, era tutto radiante dello splendore celeste quando salì sul monte Sinai a pregare per ricevere la Legge santa dalle mani stesse di Dio. Ed Elia, il Profeta di Fuoco, ai suoi tempi, si ritirava spesso, anche Lui, sul monte Carmelo per incontrarsi con il suo Dio nella preghiera. Ed eccoli ora, tutti e due, accanto a Gesù nella sua Trasfigurazione, sul monte Tabor: e sono là per dare a tutti testimonianza che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Sul monte, gli Apostoli, di fronte a tanta bellezza e a tanta luce paradisiaca, restarono come sbalorditi dalla meraviglia, e Pietro, in estasi, e fuori di sé dalla gioia, esclamò: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre tende, una per Te, una per Mosé, ed una per Elia”. Ed ecco che, attraverso una nube di Luce meravigliosa, che li avvolse tutti e tre, il Padre, l’Eterno, proclamò, con potenza: “Questi è il Figlio mio, l’Amato: in Lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!”.
Chi vuol sentire la Voce di Dio, chi vuol avere il dono del suo ascolto, chi vuol assaporare la vera pace del cuore, deve entrare nella santa nube di Dio! E chi sa... pregare con il cuore vi entra sempre, anche ogni giorno, nel silenzio, nell’umiltà di cuore, e nell’obbedienza alla voce del Signore che ci chiama a vegliare e a pregare, sempre. La preghiera è un vero dono di Dio, è una grazia grande, è una sua chiamata d’amore, ed arriva al cuore di tutti e di ognuno. E tutti siamo chiamati, ogni giorno, a salire il monte della preghiera, nel silenzio della solitudine, e a lasciare, almeno per un po’, le cose della valle di questo mondo di tenebre che fanno così tanto rumore, che ci stordiscono, ci distolgono e ci legano così tanto alla terra, mentre noi siamo fatti per il Cielo. Svegliamoci dunque. E vegliamo. Canteremo e loderemo il Signore perché “grande è la sua Misericordia!”.
La preghiera non è una conquista «Se vuoi pregare hai bisogno di Dio, 'che dona la preghiera a chi prega". Invocalo dunque dicendo: "Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno", cioè lo Spirito Santo e il tuo Figlio unigenito. Questo, infatti, il suo insegnamento, quando ha detto di "adorare il Padre in spirito e verità"».
COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE NEI GIORNI FERIALI Ma la celebrazione delle Lodi e dei Vespri non deve assolutamente passare mai senza che alla fine il superiore reciti per intero l'Orazione del Signore a voce alta in modo da essere udito da tutti, a motivo delle spine degli scandali che sogliono spuntare; affinché i fratelli, sentendosi impegnati dalle parole della stessa Orazione: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo», cerchino di emendarsi da questo vizio. Alle altre Ore invece si dica a voce alta solo l'ultima parte, in modo che tutti rispondano: «Ma liberaci dal male».
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