Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 28 febbraio 2023

La mia parola non ritorna a me, senza aver operato ciò che desidero...

Per Isaia, l'efficacia della Parola di Dio significa vita e concretezza: “La Parola uscita dalla mia bocca non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata”. La Parola è simile alla pioggia e alla neve che irrigano e fecondano la terra; pertanto la speranza rimane sempre viva, perché Gesù è la Parola incarnata capace di far fruttificare la nostra vita, aiutandoci poi a tornare al Padre: tema tipicamente quaresimale. “Mediante la fatica dell'obbedienza, ci insegna san Benedetto,tu potrai ritornare a Colui dal quale ti eri allontanato mediante la pigrizia della disobbedienza” (Benedetto, Regola, Prologo). Matteo, invece, trasmette una delle due versioni dell'orazione “Padre nostro”. Pregare lentamente questo testo aiuta. Insistendo specialmente sulla prima parte, aiuta a capire che Dio è Padre sempre presente e attento alle nostre necessità. Le domande sono sette, distinte in due gruppi che ricordano le due Tavole della Legge consegnata a Mosè, condottiero dell'antico Popolo eletto; Gesù è l'iniziatore di una nuova comunità: la Chiesa, “Popolo in cammino”. Tutto è centrato sul riconoscimento della signoria di Dio e sull'accettazione della sua volontà. In particolare si prega affinché le prove della vita (tentazioni) non affievoliscano la nostra fede, e si chiede di essere liberati dal maligno. Inoltre il perdono reciproco significa attuare il progetto di Dio che è misericordia e salvezza. Perché "chi spera nel Signore non resterà confuso”.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Domanda: Quando cerco di concentrare tutta la mia attenzione sul senso delle parole della salmodia, mi accade spesso di concepire cattivi pensieri. Risposta: Se vedi che il nemico si serve delle parole stesse della salmodia per farti guerra, non devi soffermarti strettamente sul senso delle parole, ma salmodiare con molto impegno senza fantasticare. Anche se infatti ti limiti a dire le parole, i nemici che sanno il loro significato, non possono resisterti. Così la salmodia sarà per te come una supplica a Dio e porterà all'annientamento dei nemici».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE L'UFFICIO NOTTURNO NEL PERIODO ESTIVO

Da Pasqua fino al principio di novembre si mantenga tutta la quantità dei salmi indicata sopra; eccetto che, data la brevità delle notti, non si leggano le tre letture dal codice, ma al loro posto se ne dica una a memoria dell'Antico Testamento, seguita da un responsorio breve; però tutto il resto si svolga come prescritto sopra, cioè alle Vigilie notturne non si devono dire mai meno di dodici salmi, oltre il salmo 3 e il salmo 94.


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