preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
In questa quarta domenica del tempo ordinario siamo chiamati a meditare sulle beatitudini, alla luce del Vangelo secondo Matteo. I poveri nello spirito, gli afflitti, i miti, gli affamati e assetati della giustizia in fondo sono tutti quelli che si umiliano davanti alla grandezza di Dio, consapevoli che sono solo miseria. Ecco perché nella seconda lettura, Dio rivolge il suo invito agli umili e ai disprezzati, a coloro che vivono, diciamo, nell’ombra. Nella sua logica Dio sceglie gli stolti e i deboli per confondere quelli che si credono sapienti e forti. “Davanti a Dio l’uomo deve stare sempre nella consapevolezza che egli non possiede altro che il proprio peccato e la propria impotenza.” Quindi c’è urgenza, come ci esorta il profeta Sofonia nella prima lettura: Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà; forse potrete trovarvi al riparo nel giorno dell’ira del Signore”. Qualcuno si potrebbe chiedere qual senso avesse ancora il discorso della montagna nel contesto attuale dominato più dell’avere che dell’essere? Ma anche come annunciare questo Vangelo a tutti quelli che sono oppressi, i poveri a causa di una politica economica sbagliata, di quelli che pensano solo agli interessi egoistici? Ciò nonostante, non possiamo annullare questa beatitudine senza sopprimere Gesù, il primo povero. Infatti, è lui, nella sua “kenosis”, ricco come era, si è umiliato facendosi povero per noi. Diceva il mio professore che “il punto di partenza della nostra gioia, della nostra beatitudine è il nostro pianto”. Ed è proprio questo il riassunto del vangelo di oggi. Quindi possiamo affermare tranquillamente che la santità non è non avere pianto o meglio la santità è dare senso al nostro pianto. “La povertà porta la vera felicità, quella che consiste nel rendere gli altri felici”. Essere felice, scrisse Madre Teresa, vuole dire amare come Cristo ha amato, aiutare come Cristo ha aiutato. O Dio, che hai promesso ai poveri e agli umili la gioia del tuo regno, fa che non ci lasciamo sedure dalle potenze del mondo. Amen!
La stabilità Troverai la stabilità nel momento in cui scoprirai che Dio è in ogni luogo, che non hai bisogno di cercarlo altrove, che Egli è qui e, se tu non lo trovi qui, è inutile andare a scoprirlo da qualche altra parte, perché non è Lui che assente da noi, ma siamo noi che siamo assenti da Lui... Questo è importante, perché è solo nel momento in cui riconosci ciò, che puoi veramente trovare la pienezza del Regno di Dio in tutta la sua ricchezza dentro di te; che Dio è presente in ogni situazione e ovunque e che tu potrai dire: "Allora starò dove sono".
QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE Temere il giorno del giudizio. Aver terrore dell'inferno. Desiderare la vita eterna con tutto l'ardore dello spirito. Avere ogni giorno la morte presente davanti agli occhi. Vigilare ogni momento sulle azioni della propria vita. Essere convinti che in ogni luogo Dio ci guarda. Spezzare subito contro Cristo i cattivi pensieri che sorgono nel cuore e manifestarli al padre spirituale.
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