Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 25 dicembre 2022

Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

E Natale! Oggi è nato per noi il Salvatore, è gioia su tutta la terra e in cielo. Perché, come dice la seconda lettura: “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del figlio.” Ecco il mistero della rivelazione di Dio. Abbiamo a disposizione tre brani del Vangelo oggi, secondo quando parteciperemo alla messa, di notte, all’aurora o di giorno. In quello “di giorno”, la liturgia ci fa riflettere sul prologo del quarto Vangelo, un capolavoro di Giovanni in cui troviamo diversi spunti che possono aiutarci ad approfondire il vero senso della rivelazione di Dio nel Figlio. Egli infatti ci racconta le origini, ciò che era al principio, che spiega ogni cosa e dà la ragione di tutto quanto esiste. Ci riporta il senso del mondo dovuto a Colui che è il Logos, la Parola, il Verbo di Dio, perché Logos significa anche «senso». Ci sono perciò due grandi inizi secondo questo inno. Quindi per Giovanni la nascita di Gesù segna un nuovo inizio, una nuova creazione. Infatti il primo vocabolo è «en arché» che richiama una parola ebraica: bereshit, in principio, che si trova nella Genesi. Poi il Logos diventa luce, la luminosità è l’immagine e il simbolo di Dio. Ecco allora la luce diventare il ritratto solenne e monumentale del Logos, che è come Dio, fonte di vita. Nel 1944 Dietrich Bonhoeffer, pastore protestante, nell'imminenza della sua fine, ha scritto con grande essenzialità e raffinatezza un testo che potrebbe essere un commento al prologo di Giovanni. Dice questo autore: «Dio è impotente e debole nel mondo e così soltanto rimane con noi e ci aiuta. Cristo non ci aiuta in virtù della sua onnipotenza che ci sovrasta, ma ci aiuta in virtù della sua sofferenza», quindi in virtù della sua solidarietà fondata sul fatto di essere sceso fino al nostro livello umano. Dio è indifeso e debole nel mondo, e soltanto a questa condizione rimane con noi, sta vicino a noi e ci comunica la sua vita. Accogliamo oggi con gesti di tenerezza questo Bambino che viene a noi e avvolgiamolo di amore. Buon Natale a ciascuno di noi!


IN NATIVITATE DOMINI:
Lectiones Missae:
- vespertinae: Is 62,1-5; Ps 88; At 13,16-17.22-25; Mt 1,1-25 (*1,18-25).
- noctis: Is 9,1-3.5-6; Ps 95; Tit 2,11-14; Lc 2,1-14.
- aurorae: Is 62,11-12; Ps 96; Tit 3,4-7; Lc 2,15-20.
- diei: Is 52,7-10; Ps 97; Hebr 1,1-6; Io 1,1-18

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse: "quanto più gli atleti fanno progressi, tanto più è forte l'avversario che attacca".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN MONASTERO NESSUNO ARDISCA DIFENDERE UN ALTRO

Bisogna assolutamente evitare che nel monastero un monaco ardisca difendere un altro o quasi proteggerlo per qualsiasi motivo, anche se fossero uniti da un qualche vincolo di parentela. In nessun modo i monaci osino far questo, perché ne può nascere gravissima occasione di scandalo. Chi trasgredisce questa norma, sia punito molto severamente.


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