Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 01 settembre 2022

Gesù nella barca di Simone.

Nel brano che abbiamo meditato ieri il Signore aveva fatto il suo ingresso nella casa di Pietro, guarendo la sua suocera. Oggi invece lo vediamo salire sulla sua barca. Egli sta dicendo con i suoi gesti che è impensabile una Chiesa senza Cristo: i malati non potrebbero guarire e ogni sforzo, ogni fatica spesa nel buio della notte, resterebbe senza frutto. È lo stesso Pietro a dichiararlo apertamente: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla». Faticare al buio e senza Cristo inevitabilmente produce solo il nulla e genera le più amare delusioni. Quante energie sprecate per il nulla! Quante delusioni e amarezze ci procuriamo con le nostre stupide presunzioni! Gesù ci ammonisce: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla». Pietro intuisce l'ammonimento del suo Maestro e fiducioso afferma: «Ma sulla tua parola getterò le reti». La pesca miracolosa, che segue al comando del Signore, è il preludio di quanto accadrà ai ministri del suo Regno che si succederanno nei secoli nella sua Chiesa: tutti coloro che andranno nel suo nome e saranno pieni di fede nella sua parola, porteranno molto frutto, faranno pesche miracolose, non più di pesci ma di uomini. Già nel chiamarli a sé Gesù aveva preannunciato ai suoi discepoli la missione a cui intendeva destinarli: "E disse loro: «Seguìtemi, vi farò pescatori di uomini»". Quanto Gesù dice ai suoi discepoli per garantire loro la vera fecondità alla missione a cui egli li invierà, serve anche nella vita di ogni fedele: è vero per tutti che senza di Lui non possiamo fare nulla, è vero per tutti che dobbiamo agire in conformità alla sua parola. Tutti diciamo pregando il nostro Padre celeste: «Sia fatta la tua volontà». Tutti vorremmo che ad ogni nostro sforzo segua sempre un frutto buono per noi, per gli altri e soprattutto per la gloria del nostro Dio. Il segreto ci è stato svelato, dobbiamo agire «nel suo nome, sulla sua parola», con Cristo già presente nella nostra casa, nel nostro cuore, nella nostra vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Abba Giovanni ha detto: "Se Mosè non fosse entrato nelle tenebre, non avrebbe visto il Signore. Intendiamo con le tenebre la cella del monaco. Se tu resterai nella tua cella, tu vedrai tutte le meraviglie del Signore"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE VIGILIE NOTTURNE NELLE DOMENICHE

Dopo il quarto responsorio l'abate intoni l'inno Te Deum laudamus; terminato il quale l'abate faccia la lettura del vangelo, mentre tutti stanno in piedi con onore e riverenza. Al termine tutti rispondano Amen e l'abate aggiunga subito l'inno Te decet laus e, data la benedizione, comincino le Lodi mattutine. Questo schema delle Vigilie domenicali lo si mantenga invariato in tutte le stagioni, sia d'estate che d'inverno; eccetto il caso - non sia mai! - che si alzino in ritardo e allora bisognerà abbreviare qualcosa delle letture e dei responsori. Ma si abbia la massima cura che ciò non accada; se però dovesse succedere, il responsabile di tale negligenza ne faccia adeguata penitenza davanti a Dio nell'oratorio.


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