Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 19 febbraio 2022

La trasfigurazione di Gesù...

Gesù chiama a sé un ristretto numero di apostoli per dimostrarsi nella sua gloria. Quella di Gesù non è una scelta casuale ma indica un significato al Mistero che Egli vuole manifestare agli occhi di questi suoi apostoli. È un mistero che non sarà ancora completamente svelato; richiede di essere custodito nell'intimo dei cuori perché si riferisce alla missione stessa di Gesù. La gloria che Gesù manifesta è un invito preciso per gli apostoli scelti; un invito a leggere la storia con occhi diversi nel suo svolgersi da un passato da essere ricompreso, in un presente da cogliere nella sua interezza verso un futuro che potrà essere veramente efficace. È l'invito a leggere la stessa vita di Gesù con occhi diversi. Lo stesso riferimento a Giovanni Battista indica questa necessità. Ciò che gli apostoli stanno vivendo non è la cronaca di eventi straordinari; è la manifestazione di una presenza che rimane ancora nel Mistero. Il passato deve essere letto in funzione di Cristo, che è il presente concreto da vivere nel suo Mistero profondo perché in esso si vede già, l'adempimento di una promessa antica che è la Chiesa, siglata con la sua Passione e Risurrezione. Il Mistero della Trasfigurazione è un episodio centrale nel Vangelo di San Marco. È la chiave che permette di arrivare a Gerusalemme. È il passaggio che permette di trovare la risposta al Mistero di Cristo. È il momento centrale nella vita di Cristo ed il momento centrale per il percorso di fede degli apostoli. Un passaggio che è segnato da tre monti. Con Mosè ed Elia vi è la manifestazione di Dio sull'Oreb. Qui il Signore si manifesta a Mosè, ma non fa vedere il suo volto. Sul Tabor Gesù trasfigura il Volto. La manifestazione completa sarà nel Volto di Cristo, segnato dalla Passione sul Calvario, dove Egli è riconosciuto dal centurione come Figlio di Dio. Sull'Oreb, il Signore si mostra ad Elia in un vento leggero; sul Tabor il Padre avvolge in una nube il Figlio; sul Calvario il terremoto manifesterà completamente la divinità di Cristo.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Abba Poemen disse: "Conosco un fratello a Scete che per tre anni digiunò di due giorni in due giorni, tuttavia non riuscì a vincere. Quando però lasciò stare il digiuno per due giorni interi e cominciò a digiunare solo fino a sera, ma con discernimento, allora riuscì a vincere". Quindi mi disse abba Poemen: "Mangia senza mangiare, bevi senza bere, dormi senza dormire, agisci con te stesso con discernimento, e troverai riposo"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Il sesto gradino dell'umiltà si sale quando il monaco si accontenta delle cose più povere e spregevoli e in ogni incarico che gli viene affidato si considera un operaio cattivo e indegno, facendo proprie le parole del profeta: «Sono stato ridotto a nulla e sono diventato uno stolto; davanti a te stavo come una bestia: ma io sono sempre con te» (Sal 72,22-23a Volg.).


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