preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La scelta dei Dodici che ci presenta il vangelo di oggi, è uno dei punti nodali nella struttura del vangelo di Marco, insieme con la chiamata dei primi fratelli che abbiamo visto nella prima settimana. Questo episodio è anche fondamentale per la fondazione della chiesa nascente. E salì sul monte e chiamò a sé quelli che lui voleva… In primo momento si può riflettere sul significato simbolico del monte. Sia nel primo che nel secondo Testamento, il significato è simile, è il luogo della rivelazione di Dio al popolo, ci avvicina a Dio. Ecco perché per esempio, nella tradizione monastica, la maggior parte dei monasteri viene costruita sui monti e sulle colline I monaci avevano sempre in mente questo significato simbolico del monte. E ne chiamò dodici…perché fossero con lui… qui Gesù appare al centro di tutta la scena. Infatti è lui che fà, che crea il gruppo, e lo fa con un triplice scopo. Marco lo indica così: prima di tutto, perché stessero con lui, cioè per una comunione di vita; poi perché li mandasse a predicare e infine perché avessero il potere di scacciare i demoni. La missione degli apostoli si fonda su un’esperienza profonda e una comunione intima di vita con il loro maestro, da accompagnatori, essi diventeranno i testimoni e i continuatori dell’opera di Gesù, che è esclusivamente l’annuncio del vangelo. L’ultimo scopo della costituzione degli Apostoli merita un po’ di attenzione. Infatti Marco dice: Perché avessero il potere di scacciare i demoni, ma come abbiamo visto già prima la lotta è tra Gesù e il demònio. E quindi da veri continuatori dell’opere di Gesù, gli apostoli, ma anche noi, dobbiamo essere ben armati per fare fronte al demonio, per sconfiggere i demoni dalle anime cioè combattendo il peccato nelle anime. Purtroppo la sensibilità odierna sembra ignorare questa realtà, e un problema, che purtroppo sta trascinando tante anime nell’infelicità. Ma se rimaniamo nel “gruppo” siamo sicuri di essere sempre difesi dal demonio che di Lui ha paura.
Uno dei padri interrogò abba Giovanni il Nano su chi sia il monaco. Quello rispose: "Fatica! Perché in ogni opera il monaco si affatica. Questo è il monaco".
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE Soprattutto non trascuri né tenga in minor conto la salvezza delle anime a lui affidate per preoccuparsi maggiormente delle cose terrene, transitorie e caduche; ma pensi sempre che si è assunto il compito di guidare le anime e che di esse dovrà rendere conto. E perché non adduca a pretesto l'eventuale scarsezza di beni materiali, ricordi che sta scritto: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33); e ancora: «Nulla manca a coloro che lo temono» (Sal 33,10).
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