preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
L’attesa fiduciosa alimenta la speranza. L’Avvento è la consolante promessa che il profeta Geremia enuncia oggi per noi. Sin dal primo giorno egli vuole subito predisporre il nostro animo ad una attesa, indicarci un percorso verso una meta, acquistare la gioiosa aspettativa che le promesse del Signore (dobbiamo dire la promessa), ancora una volta puntualmente si realizzeranno. Da oggi, sorretti dalla fede, vigilanti, certi dell’approssimarsi per noi di un evento salvifico e gioioso, ci poniamo in cammino implorando che si aprano i nostri cuori alla speranza. Attendiamo la nascita e la venuta gloriosa di Cristo. Per questo, nell’orazione, imploriamo che il Signore susciti in noi la volontà di andare incontro con le buone opere a Colui che viene. Sentiamo che questo avvento, per quanto ci accade e stiamo vivendo, risuona con particolarissima attualità e intensità. Abbiamo urgente bisogno di sentire viva tra noi la divina presenza che pare offuscata dai tristi eventi che ci abbattono. Vi saranno segni, dice Gesù nel Vangelo. Possiamo ben pensare, come suggeriscono alcuni Padri della Chiesa, che i “segni” siano innanzitutto gli interiori sconvolgimenti che ci assalgono e che stiamo vivendo e di cui noi siamo autori e vittime; i peccati personali e quelli che invadono il mondo, l’umanità intera e in particolare la nostra Madre Chiesa. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte: la divina onnipotenza pare sia vinta dal male che serpeggia e stravolge l’ordine supremo. È giunto fino al Cielo il pianto dell’uomo e il gemito della natura oppressa e sconvolta.
Proprio questa però è la premessa che ci invita e sollecita alla speranza di “vedere” il Figlio dell'uomo venire su una nube, con grande potenza e gloria; è il tragitto misterioso della Grazia. Il Vangelo insiste: “quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Però, “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo”. La storia, il male, i peccati, le più tristi vicende umane, da sempre si ritorcono contro di noi che ne siamo gli autori. Tutto questo però esalta l’amore provvido di Dio e la Sua misericordia. Buon cammino dell'Avvento.
Il padre Dula diceva: "Tronca molte relazioni, perché il tuo spirito non venga assediato da una guerra che lo distrugga e turbi l'unione con Dio".
I FIGLI DEI NOBILI E DEI POVERI Quanto poi alle sue sostanze, promettano sotto giuramento nella carta di petizione che né per sé né per mezzo di un loro rappresentante né in qualunque altro modo gli daranno mai alcuna cosa e neppure occasione di averla; oppure, se non vogliono fare così ma intendono offrire qualcosa in elemosina al monastero quale compenso, facciano regolare donazione dei beni che desiderano dare, riservandosene eventualmente l'usufrutto. E così siano precluse tutte le vie per cui al fanciullo non rimanga alcuna illusione, ingannato dalla quale egli possa - non sia mai! - perdersi: cosa che purtroppo abbiamo appreso per esperienza. Allo stesso modo facciano i genitori meno ricchi. Quelli poi che non hanno proprio nulla stendano semplicemente la petizione e offrano, davanti a testimoni, il proprio figlio insieme all'oblazione della Messa.
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