preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La pagina evangelica di oggi si articola intorno a tre argomenti messi insieme in un passaggio in crescendo: lo scandalo, il perdono e la fede. Il primo argomento verte sulla gravità dello scandalo, cioè di qualsiasi ostacolo che venga messo sul cammino dei 'semplici' e che rischia di distoglierli dal seguire fedelmente Gesù. Egli ne proclama l'inevitabilità, ma grave sarà la responsabilità di chi provoca la perdita della fede. Nel caso deprecabile che a rimanere scandalizzato sia “uno di questi piccoli, è meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e gettato nel mare”. Tale sentenza dà la misura della gravità di uno scandalo che fuorvia la gente semplice, allontanandola forse per sempre dalla strada della salvezza. L'avvertimento è rafforzato da una messa in guardia: “state attenti a voi stessi”. Il secondo argomento riguarda il rimprovero al fratello che pecca, e il perdono “se si pente”. Anche se ciò succedesse “sette volte al - giorno” - molte volte - qualora ritorni dicendo: “Mi pento, gli perdonerai. Il perdono è alla basa della vita comunitaria, e la prontezza a perdonare non può avere limiti. Dopo quello sul perdono, vi è il terzo argomento riguardante la fede, introdotta da una richiesta degli apostoli: “Aumenta la nostra fede”. Essi erano consapevoli che la fede non è mai sufficiente e che il Signore la può accrescere. Gesù non risponde direttamente, né insegna loro una tattica per conquistarla. Dice solamente: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: “Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe”. Esagerazione intenzionale. E' la condizione “se” che limita il potere dell'impossibile e mette in atto comunque una potenza divina. I discepoli chiedono quantità, ma Gesù parla di qualità; basterebbe un po' di fede, purché sia autentica. In sintesi: la misericordia, necessaria al discepolo per superare lo scandalo e perdonare efficacemente, è quell'esperienza profonda di fede da cui scaturisce la missione al mondo, come testimonianza dell'amore gratuito di Dio.
Signore, abbi pietà di me peccatore!
I FRATELLI CHE NON VANNO MOLTO LONTANO I fratelli che sono inviati fuori per una qualsiasi incombenza e prevedono di poter ritornare al monastero in giornata, non ardiscano mangiare fuori, anche se sono invitati con insistenza da qualcuno, a meno che non abbiano l'autorizzazione dal loro abate. Se agiranno diversamente, siano scomunicati.
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