Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 22 maggio 2021

Il Vangelo, un libro aperto.

Il brano del Vangelo di oggi conclude la narrazione dell'evangelista Giovanni, il discepolo che Gesù amava particolarmente e a cui ha concesso nell'Ultima cena di posare il capo sul suo petto. Egli si definisce giustamente un testimone fedele e veritiero, ma lascia comprendere che la sua opera non è completa. Ci sarebbero voluto ancora pagine e pagine da scrivere, occorrerebbe poter penetrare negli stessi misteri di Dio e scrutare nell'intimo del Cristo, Uomo-Dio, Salvatore del mondo. L'apparente incompletezza però, contiene un implicito ammonimento per tutti noi: San Giovanni vuole dirci che quello che né i libri, né il mondo possono contenere, deve completarsi nella fede e nella pratica della vita di ogni credente. Dobbiamo essere noi, uniti nella stessa fede e membra vive della stessa Chiesa, a completare quello che nella nostra carne manca ai patimenti di Cristo, quello che Giovanni non poteva assolutamente scrivere nella pagine del suo Vangelo, perché appartenenti all'esperienza viva da consumare nel tempo. Animati e sorretti dallo Spirito, il vangelo vissuto, diventa la nostra storia, la nostra storia sacra, la storia della nostra salvezza.


IN SERATA: Vigilia della Pentecoste: Formulario proprio.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Un filosofo chiese a sant'Antonio: Padre, come puoi essere così felice quando sei privato della consolazione dei libri? Antonio rispose: Il mio libro, o filosofo, è la natura, e ogni volta che voglio leggere le parole di Dio, il libro è davanti a me.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

GLI ARTIGIANI DEL MONASTERO

Qualora poi si dovesse vendere qualcosa dei prodotti degli artigiani, quelli che devono trattare l'affare si guardino bene dal commettere alcuna frode. Si ricordino sempre di Anania e Saffira (cf. At 5,1-11), perché la morte che questi subirono nel corpo, essi e tutti coloro che commettono frode riguardo ai beni del monastero, non abbiano a soffrirla nell'anima. Negli stessi prezzi poi non si insinui il male dell'avarizia, ma si venda sempre a un importo alquanto inferiore a quello corrente tra gli altri secolari, perché in tutto sia glorificato Dio (1 Pt 4,11).


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