Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 06 marzo 2021

Il figlio e... il suo Padre.

Con spregiudicatezza e superficialità il figlio parte dalla casa paterna perché vuol sentirsi libero e non servo. Si sente ormai grande, autonomo, "posso fare quello che mi pare", crede. Brama percorrere la sua strada di indipendenza, vuole vivere in piena libertà la sua vita, come ogni figlio che cresce. Si separa dunque dal padre perché si sente oppresso e schiacciato dall'ambiente familiare, o dall'impotenza della stessa figura paterna e dal bisogno di una libertà senza confini. Nella sua esperienza di autonomia, così bramata, però, il figlio disgraziatamente non sa organizzare la vita da uomo "libero", si dimostra immaturo. Spèrpera ogni cosa ricevuta in eredità dal padre, comportandosi in modo da perdere ogni possibilità di vita. Finisce nella miseria. È costretto a vivere non più nel decoro e nella dignità del figlio, ma come garzone, umiliato e asservito, privo delle più elementari necessità di mantenimento. Nell'ambiente giudaico non esiste cosa più vergognosa di pascolare i porci, di stare continuamente a contatto con gli animali impuri. Nel fondo dell'abisso una luce lo scuote. È il risveglio della coscienza, che non cessa di indicare un cammino. Allora ricorda la casa paterna e, con vergogna e pentimento, vi fa ritorno. Ma a casa inaspettatamente, lo attende non il rimprovero o un meritato castigo, ma l'abbraccio del padre che mai lo ha dimenticato e che lo attende con amore misericordioso. Di fronte al padre il figlio sinceramente si riconosce infedele, come solo un figlio può fare, un figlio "colpito" dall'amore del padre che è stato offeso dall'ingratitudine. Il figlio ne sente tutto rimorso e dispiacere e ne soffre profondamente. E' deciso. Si confessa al padre in tutta verità: "Ho peccato contro il cielo e dinanzi a te". Lui non cerca giustificazioni per ridurre la sua colpa, riversandola magari sugli altri. Ora è leale e non si vergogna di apparire un disgraziato, perché sa che il padre lo conosce e lo comprende. E' convinto che il genitore lo accoglierà, nonostante la sua infedeltà. Il cuore del padre va al di là di ogni aspettativa. "Ti ho atteso..., da tempo atteso..., vieni nelle mie braccia". Meravigliosa ma dal punto di vista umano sconvolgente la persona del padre. La può capire solo chi è povero e si lascia amare. Non sempre l'uomo è in grado di intendere i gesti del padre, il suo intenerirsi, il correre incontro a quello scapestrato, stringerlo al cuore e baciarlo. E' incapace di accettare quelle braccia spalancate in un gesto smisurato di perdono e di resistere alla tentazione di rifiuto chi non ama e non perdona. La facciamo nostra come domanda umile al Padre celeste. Padre, per tutte quelle volte che abbiamo preferito le nostre strade, le strade del mondo alla tua... e alla fine ci siamo accorti che solo nella tua casa c'è non solo il pane ma anche il calore del tuo cuore, perdonaci. Facci ritornare dai crocicchi del mondo per rimanere con te, nell'amoroso abbraccio paterno.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'audacia della preghiera.

«Una volta Abramo, il discepolo di padre Sisoes, fu tentato dal demonio. L'anziano vide che era caduto, e levatosi in piedi tese le mani al cielo dicendo: "O Dio, sia che tu voglia, sia che tu non voglia, non ti lascerò se non lo guarirai...". E all'istante fu guarito».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE VIGILIE NELLE FESTE DEI SANTI

Nelle feste dei Santi e in tutte le solennità si celebri l'Ufficio come abbiamo indicato per la domenica, 2eccetto
che si dicano i salmi, le antifone e le letture proprie di
quel giorno; ma si mantenga l'ordine stabilito sopra.


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