Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 19 gennaio 2021

Il Signore è fedele al suo patto.

Nella Lettera agli Ebrei che stiamo leggendo nella prima lettura, si alternano le esortazioni pratiche con le riflessioni spirituali. Nella prima parte del brano proposto per la lettura liturgica emerge l'invito alla perseveranza attiva, che si sostanzia di lavoro, carità e servizio resi ai fratelli. La seconda sezione indica le ragioni profonde della speranza cristiana: la fedeltà di Dio. Questa appare in modo palese nella storia di Abramo, al quale Dio ha promesso un futuro di benedizione e lo ha confermato con un giuramento. Ora questo impegno irreversibile di Dio è diventato definitivo nella vicenda di Gesù. Egli infatti, come sommo sacerdote costituito da Dio, è penetrato nel cielo, il mondo di Dio, come precursore della nostra salvezza. Il racconto delle meraviglie compiute da Dio per Israele ci assicura che Dio è fedele agli uomini che credono nella giustizia. Dio è pietà e tenerezza. Egli ci dona il cibo in abbondanza: non abbandona chi ha fame e sete di giustizia, come non ha abbandonato Gesù sulla croce. Questa certezza intima ci sostiene in ogni momento. Gesù si appella alla tradizione biblica dove si prevede la sospensione di una norma disciplinare o religiosa in caso di necessità. Dunque, conclude Gesù, l'intenzione ultima della legge divina è il bene degli esseri umani e non mera lettera della Legge. Egli quindi, nella sua missione storica, come Figlio dell'uomo, propone in modo autorevole, l'interpretazione autentica del riposo e della Legge stessa che è per l'uomo e non l'uomo per la Legge.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Sforzati di entrare nella cella del tesoro che è dentro di te e vedrai quella che è in cielo: l'una e l'altra sono un'unica (cella), e per una sola porta le vedrai entrambe. La scala che conduce al Regno è nascosta dentro di te, nella tua anima. Tu immergiti in te stesso, (lontano) dal peccato, e lì tu troverai i gradini per i quali salire.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Né chiuda gli occhi sui vizi dei trasgressori, ma appena cominciano a nascere li strappi fin dalle radici con tutte le forze, memore della triste fine di Eli, sacerdote di Silo (cf. 1 Sam 2,27-34). E i più docili e disponibili li riprenda a parole, ammonendoli una prima e una seconda volta; ma i malvagi, gli ostinati, i superbi e i disobbedienti li reprima con le battiture o altri castighi corporali sin dal primo apparire del vizio, sapendo che sta scritto: «Lo stolto non si corregge a parole» (Pr 29,19); e ancora: «Percuoti con la verga tuo figlio e lo strapperai dalla morte» (Pr 23,14).


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