Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 25 novembre 2020

Il cantico di Mosè e dell'Agnello.

La visione che ci presenta l'odierna Liturgia della Parola, mentre ci porta a contemplare le meravigliose opere di Dio, rapendoci al di sopra della volta celeste, annuncia anche le dure prove riservate a chi vuol servire il Signore. E' meravigliosamente bello poter unire la nostra voce con quella dello stuolo innumerevole di fedeli che hanno vinto la santa battaglia della vita, che non si sono lasciati ingannare dalle attrattive del male e quindi rendono grazie a Dio per la sua protezione. Grandi e meravigliose le opere di Dio! Non solo le opere della creazione, ancor più quelle della redenzione dell'uomo. Tutte le genti alla fine dovranno riconoscere che solo il nostro Dio ha giusti giudizi e quindi dinanzi a Lui si prostreranno perché lui solo è santo e degno di adorazione. Ma quale la via che viene indicata per raggiungere questa beata assemblea? Ce lo dice San Luca: persecuzioni, prigioni, giudizi dinanzi a sinagoghe e governatori... Non basta! Anche qualche cosa di più grave e di inaudita sofferenza: tradimenti da parte di genitori, fratelli, parenti e amici: pena di morte per alcuni, per tutti odio a causa del nome di Gesù. In questi tragici eventi agli amici di Dio verrà data l'opportunità di rendere testimonianza alla verità, senza che si diano pensiero di preparare difesa alcuna. Parlerà lo Spirito di Gesù che non permetterà che non cada nemmeno una capello dal capo dei suoi amici. Dinanzi a questa previsione di Gesù, non si deve fare molto sforzo per vedere anche nei giorni nostri la verifica di quanto viene annunciato: persecuzioni contro la Chiesa e il Papa nel nostro mondo occidentale, tanto da voler distruggere con accanimento l'opera del Signore, prendendo pretesto da debolezze umane; persecuzione e martirio e oggi non più solo nelle regioni musulmane dove i seguaci di Gesù sono discriminati, impediti nella preghiera, perseguitati, messi a morte, costretti alla fuga o ad una vita di terrore con chiese date alle fiamme, villaggi distrutti, privati dei diritti umani, derubati dei loro beni, tutto con la indifferenza di governi e di autorità civili. Ma la fiducia nella Parola del Signore dà sempre certezze di vittoria. La morte offre la corona del martirio, la spoliazione di beni, eterna gloria nei cieli, la persecuzione rende simili a Cristo, incompreso dal suo stesso popolo, rifiutato, crocifisso, ma fatto risuscitare dal Padre e seduto sul trono per l'eternità.


In serata nel nostro Ordine:
I Vespri della Solennità di San Silvestro Abate, santo fondatore.

PREGHIERA A SAN SILVESTRO Abate:
Assisti, o Signore, noi tuoi servi, e per intercessione del tuo Santo Silvestro Abate dà l’aiuto continuo della tua grazia, affinché seguendo i suoi esempi, meritiamo di essere sempre protetti dalla tua Onnipotenza. Per Cristo nostro Signore.

Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Non abitare in un posto dove ti accorgi che gli altri ti invidiano, perché là non potrai crescere.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI

Colui che deve essere ammesso prometta nell'oratorio alla presenza di tutti la sua stabilità, la conversione dei suoi costumi e l'obbedienza, davanti a Dio e ai suoi Santi, perché se un giorno dovesse agire diversamente, sappia che sarà condannato da Dio stesso del quale si prende gioco. Di questa sua promessa rediga una carta di professione a nome dei Santi di cui lì si conservano le reliquie e dell'abate presente. Tale carta di professione la scriva di sua mano lui stesso; oppure, se non sa scrivere, la scriva un altro a sua richiesta e il novizio vi apponga un segno; e poi di sua mano la deponga sull'altare. Dopo averla deposta, il novizio intoni subito questo versetto: «Accoglimi, Signore, secondo la tua parola e avrò la vita: non deludermi nella mia speranza» (Sal 118,116). Tutta la comunità ripeta per tre volte il versetto, aggiungendovi il Gloria Patri. Allora il fratello novizio si prostri ai piedi di tutti, perché preghino per lui; e da quel momento sia ormai annoverato tra i membri della comunità.


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